Fiabe e canzoni. E parola e racconti e musica. Un concerto atipico quello del
cantautore e professore milanese, fuori dal cartellone
del Politeama, che ha aperto la sezione dei grandi concerti del teatro pratese
che, dopo Vecchioni,
ospita i Pooh ad
aprile e Antonella Ruggiero a
maggio.
Accompagnato dal pianoforte di
Patrizio Fariselli, clone tra Battiato
e Fidel, e dal contrabbasso di Paolo Dalla Porta,
eccezionali performer jazz, il professore ha sciorinato, sul palco zeppo di
libri e volumi, favole e canzoni, alternando le fiabe della nostra infanzia,
ancora molto attuali, alle melodie che hanno contraddistinto il suo percorso
artistico.
Niente rock o batteria e chitarre elettriche ma voce,
piano e basso che hanno reso l’atmosfera ancora più suggestiva
per un Politeama strapieno da tutto esaurito.
Dicevamo un concerto diverso dai
classici di Vecchioni che stavolta ha tralasciato le
sue grandi, e più conosciute hit, da “La mia ragazza” a “Stranamore”,
da “Per amore mio” a “Velasquez”,
da “Vorrei essere tua madre” a “Tommy”, privilegiando
le canzoni dell’ultimo album datato 2004, “Rotary
Club of Malindi”, e vecchie perle per intenditori
e conoscitori dei suoi inizi ed esordi.
In completo grigio, sempre a
proprio agio davanti al pubblico, mani in tasca e tic alla Bruce
Lee dello sfregarsi il naso con le dita, il
cantautore, ventiquattro album sulle spalle, canta ad occhi chiusi, si commuove, cammina compiaciuto snocciolando chicche di
saggezza.
Sembra di stare ad ascoltare
“Pierino ed il lupo” immersi nelle fiabe, “Pollicino”
ed il “Gatto con gli stivali”, “La bella addormentata
nel bosco” e “Il brutto anatroccolo”, e trasportati dalle alte citazioni che
conducono a Prevert
o Alighieri o Pessoa.
Non un concerto
ma un’immersione, un tour che vedrà il sessantenne Vecchioni,
ancora in forma smagliante, girare l’Italia per una ventina di date fino a fine
maggio, un viaggio musicale iniziato con il “Concerto per l’Asia” a Milano e
che terminerà con il “Concerto per l’Africa” sempre nel capoluogo lombardo.
Come ogni appuntamento con Vecchioni non poteva mancare “Luci a San Siro”, mentre nei bis spazio a
“La stazione di Zimà”, al tango del “Bandolero
stanco” ed a “Strani frutti” di Billy Holiday tradotta per l’occasione dallo stesso cantautore.
Voto
7 +