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Scanner - musica
 


Riccardo Sinigallia
19 maggio 2004
Fabbrica Europa -Danza, musica , teatro, architettura, workshop, incontri, video
Stazione Leopolda -Firenze

 




                     di Tommaso Chimenti


Fabbrica Europa 2004
Andres Morte
International Fabbrica For Choreographers
Christian Rizzo
Silvia Guidi
Carlos Augusto “Cacà” Carvalho
Roberto Castello
Compagnia Verdastro - Della Monica
Fabbrica Europa 2003 teatro, danza, arti visive
Fabbrica Europa 2003 musica
Fabbrica Europa 2002
Fabbrica Europa 2001
Fabbrica Europa 2000
Fabbrica Europa 1999
Fabbrica Europa 1998
Fabbrica Europa 1997


Si respira l’aria romana di Ozpetek e delle Fate ignoranti i riccioli scarmigliati e glamour dei Tiromancino , la sciatteria controllata di Max Gazzè, le pubblicità demodé strascicate, i vestiti ampi, gli abiti messi su senza pensarci due volte.
Dopo “La favola di Adamo ed Eva”, “la descrizione di un attimo” e “Autodafè” e soprattutto il tormentone “Quelli che benpensano” di Frankie Hi Nrg, Sinigallia era quello al “posto del morto” che scuoteva irrefrenabile la testa come posseduto, la strada era aperta verso il percorso solista.
Pochi intimi per un clima tra amici per il concerto all’interno dell’architettura post industriale della Stazione Leopolda, le crepe alle mura fanno da perfetta scenografia classicista, poche date per questo primo mini tour italiano, di Riccardo Sinigallia, leggermente stonato, che, dopo una intensa e vissuta carriera dietro il mixeraggio e la produzione, ha deciso di mettere voce, cuore e faccia al suo progetto personale.
Senza cerimonie o giochi di sfarzo o di prestigio: naturalezza, trasparenza. Il risultato è stato l’album di esordio, che porta il suo nome e cognome, come si confà all’opera prima, che in questo periodo è trainato radiofonicamente dalla delicatezza di “Bellamore” con il video a cartoni animati, e dal recente corto musicale, “Solo per te”, girato con Valerio Mastrandrea. Un’ora di ritardo, tre chitarristi, sei musicisti sul palco.
Alle spalle una policromia d'immagini speculari, forme che corrono e scorrono su schermi identici, un background di flash sconnessi ed intermittenti per echi dalle sfumature sperimentali.
Francesco Zampaglione, fratello del più famoso Federico, Daniele Sinigallia, il cognome non tradisce la somiglianza più che esplicita, Laura Arzilli al basso, Daniele Rossi alle tastiere, moog, juno e rhodes con la sigaretta che, come Slash dei furono Guns and Roses, non lascia mai dalle labbra a serramanico, accesa o spenta, mentre Fabrizio Fratepietro picchia sulla batteria.
Le tre chitarre ed il basso costituiscono un front insuperabile, una muraglia cinese di carne e suoni, di rumori grattugiati ed impatto elettrico.
Dopo ogni canzone, non molto comunicativo il neo personaggio delle periferie e borgate romane, con i pugni alzati al cielo, esulta come dopo un goal ai mondiali, tra il tenero e l’autoironico.
Uniche distrazioni dal suo album d’esordio, la cover del giovane capitolino Filippo Gatti Filippo Gatti, “Requiem per i grandi numeri” e la più fortunata “Descrizione di un attimo”, solo chitarra e voce solista, che arriva diretta all’entusiasmo dei trentenni in sala, tra l’odore di hashish che si propaga caldo e fumoso.

Voto 7+ 

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