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  25/04/2024 - 05:53

 

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Scanner - musica
 


Antonella Ruggiero
tour 2005
Big band: Davide Di Gregorio direttore, flauto e sax, Mark Harris pianoforte elettrico e organo, Ivan Ciccarelli percussioni, Carmelo Isgrò basso, Valentino Negri sax tenore, Filino Sebastianelli sax tenore, Gianni vancini sax contralto, Vittorio Gualdi prima tromba, Stefano Serafini tromba, Giorgio Caselli tromba, Simone Pederzoli trombone, Massimo Moranti trombone
Politeama Pratese – 12 maggio 2005

 




                     di Tommaso Chimenti


Con un ritmo da Ombelico del Mondo miscelato con uno swing dal vago sapore sudamericano parte l’overture dell’atteso, tutto esaurito a Prato, concerto di Antonella Ruggiero, l’ex frontwoman dei Matia Bazar con il nuovo progetto “Big Band!”.

Un’orchestra alle sue spalle, diretta dal Maestro Davide Di Gregorio, anche al flauto ed al sax, ha sciorinato per quasi due ore canzoni che hanno spaziato dalla produzione dei Bazar, fino alle ultime della Ruggiero, solista dal ‘96, per andare a pescare nella memoria dei classici della musica d’oltreoceano come “Summertime” di George Gershwin, “Over the rainbow” o “Night and Day” di Cole Porter.

Sprazzi di spagnolità con “Besame mucho” o “Perfidia” per poi dare spazio alle hit che tutti hanno cantato ed applaudito: “Ti sento”, “Amore lontanissimo”, “Per un’ora d’amore” suonata quasi con lo stile della Pantera Rosa, “C’è tutto un mondo intorno”, fino alla chicca di Luigi Tenco “Mi sono innamorata di te”.

Tre trombe, due tromboni, quattro sassofoni ed un flauto per un suono che ha avvolto la pancia del Politeama valorizzando, se ce ne fosse stato bisogno, la voce cristallina e pura della Ruggiero, vera Signora della canzone italiana, Diva senza divismo anche senza abbassarsi alle varie Music Farm sparse nel mappamondo televisivo.

La Ruggiero ha scelto la strada della qualità, del profilo basso, della modestia con una voce quasi lirica tanto da poterla definire la “Callas della musica leggera italiana”.

Nei bis non poteva mancare “Vacanze romane”, sempre struggente e nostalgica, quasi in bianco e nero, evocativa, fino all’augurio finale, a suon di vocalismi ed estensioni, “Arrivederci” di Bindi.

Voto 7 

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