Dinamismo, ritmo, ma
anche un’idea di Europa che si svela a suon di musica. Roy Paci e i suoi Aretuska si esaltano con
il nuovo album “Parola
d’Onore” pubblicato dalla Etnagigante V2 Records. Questo
terzo Cd del trombettista di Augusta è un lavoro maturo eppure vitale,
sfrontato, divertente, come deve essere il suono di oggi, un lavoro nato per
colpire al cuore e alle gambe il suo pubblico, trasmettendo a tutti un’irresistibile
voglia di ballare, di muovere la mente.
Dopo anni di collaborazione
con i Mau Mau (con i quali ha registrato quattro
album) con Manu Chao e i suoi Radio
Bemba, Paci
sembra finalmente aver trovato la misura giusta per esprimere la sua vitalità,
la sua poesia e la sua tecnica vocale. Lo sottolinea questo riuscito “Parola
d’Onore”, registrato da Josh Sanfelici all’Orange Room di Collegno (Torino) e
al Sant’Andrea Studio Recording di Faenza (Ravenna), tra la fine del 2004 e
l’inizio 2005, ma anche il
nuovo progetto "Corleone",
che privilegia atmosfere jazz e sperimenta nuove soluzioni sonore. Ma torniamo
a “Parola
d’Onore”, che musicalmente va avanti spedito attraverso una deflagrante
fusione di rock’n’steady, ska, soul, funky e melodie mediterranee. Il risultato
è un sound capace di coinvolgere qualsiasi platea. Il bello è che questo album
tratta la musica e il ritmo come una lingua internazionale comprensibile a
tutti. Merito di un suono sviluppato nei quattro anni vissuti dalla band
costantemente in tour tra Italia ed Europa (circa seicento concerti) e di testi
ben costruiti. Si sente il vento live in tutti i brani del nuovo Cd e le situazioni,
le riflessioni che hanno portato gli Aretuska (il cui nome reinterpreta in
chiave ska l'antica denominazione di Siracusa, cioè Aretusa) a esprimersi al
meglio, spiazzando l’entusiasmo del pubblico in ogni set, tornano d’attualità
anche nel modo di registrare l’album in studio. Ritmo, dicevamo, ma anche
l’invenzione di una lingua speciale e immediata per creare canzoni cosmopolite,
contribuiscono a svelare la babele di linguaggi contemporanea. Siciliano,
italiano, spagnolo, broccolino, tedesco, tutto si mixa idealmente per creare
una lingua impressionista che si propone come una sorta di riassunto dinamico
delle tante lingue, dei dialetti incontrati per strada. Il resto lo fa la
naturale (e sincera) comunicatività di questo scatenato frontman siciliano. Uno
che anche quando parla o canta sembra assorto in un a solo alla tromba e quando
suona, coinvolge i suoi Aretuska in un devastante assalto di note gioiose.
Voto
7 *