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  27/04/2024 - 02:00

 

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Monza Rock Festival 2000
Il bilancio della manifestazione
12 ore di musica a tutto volume
Grande entusiasmo per gli Skunk Anansie e Alanis Morissette

 




                     di Alessandra Pigni


Monza Rock Festival 2000, bilancio
 Monza Rock Festival 2000, presentazione


Skin, Alanis e Carmen: è il trio di cantanti "arrabbiate" che ha trainato questa seconda edizione del Monza Rock Festival. Prima di loro tanti nomi, anche di successo, ma poco entusiasmo tra gli oltre ventimila accorsi alla grande manifestazione. Poi, nel tardo pomeriggio, quando il caldo torrido, che scioglieva i corpi al sole, ha lasciato posto a un po' di fresco, con un vestito lilla, armata della sua chitarra è salita sul palco Carmen Consoli. La cantante siciliana ha suonato per circa quaranta minuti - troppo pochi data la bella accoglienza del pubblico, ma i tempi sono stretti e i festival non consentono bis - coinvolgendo con la sua carica e la sua bravura anche chi non era lì per lei. Applaudita, dunque, persino da coloro che faticano ad apprezzare una voce così particolare, ma amano l'energia genuina di certi artisti.

Dopo "le parole di burro" della Consoli, tre quarti d'ora di tracollo musicale con la prima esibizione live dei nuovi Litfiba, del tutto ignorati dal pubblico. Il cantante del gruppo fiorentino, Gianluigi "Cabo" Cavallo, ha buone qualità vocali, ma scimmiotta Piero Pelù senza averne il carisma. La kermesse musicale riprende quota con l'esibizione dei C.S.I. che ipnotizzano il pubblico con la loro miscela di sonorità, a metà tra il rock alternativo e i suoni di lontane culture orientali. I testi, difficili e profondi, coinvolgono e preparano il terreno all'impegno e all'aggressività degli Skunk Anansie.

Un ora e mezza di passione con il gruppo inglese guidato dalla pantera Skin. La voce della leader nera della band è potente tanto quanto la sua grinta. Il pubblico applaude, si entusiasma, canta insieme a lei pezzi vecchi e nuovi, e si accende ancor di più quando appare Maxim dei Prodigy, con cui gli Skunk Anansie suonano Carmen Queasy, il singolo che da settimane invade piacevolmente le nostre radio.

Infine (anche se dopo di lei si esibiranno i Nine Inch Nails, ma molti abbandonano prima), accompagnata dalla sua armonica, Alanis Morissette, la star di questo festival. Per tutti la cantante canadese è quella di Jagged little Pill, il disco d'esordio che l'ha lanciata. E la differenza d'intensità e di coinvolgimento del pubblico tra i brani di questo bellissimo album, e il seguente Supposed Former Infatuation Junkie è palpabile. You oughta know, You learn, Ironic, infiammano più di qualsiasi altro pezzo.

A fare un bilancio finale si direbbe che la rabbia vince su tutto al Monza Rock Festival: trionfano gli Skunk Anansie, piacciono la forza di Alanis Morissette e la grinta di Carmen Consoli. Premiata la ricerca musicale dei C.S.I, bocciate le operazioni commerciali dei Litfiba. E tra i musicisti del primo pomeriggio bravi Max Gazzè, bello l'atteso duetto con Niccolò Fabi in Vento d'estate. Ma poi, quando l'autore di Capelli ha la scena tutta per sé, mezz'ora di esibizione mettono a dura prova le sue corde vocali.

L'allestimento di due palchi, uno accanto all'altro, ha permesso di evitare i tempi morti e i l'alternanza tra musicisti è stata rapida (eccetto Alanis Morissette che si è fatta attendere). Malgrado i grandi nomi, questo festival ha dimostrato, forse, che il tutto non è sempre la somma delle parti. A guardare il cast c'era da aspettarsi di più. Il pubblico, distratto e accaldato, si è lasciato entusiasmare solo da chi aveva carisma da vendere (Skin degli Skunk Anansie su tutti). Forse le maratone musicali di questo tipo andrebbero ripensate concentrando un numero limitato di musicisti nell'arco di più serate. E di serate è bene parlare, perché trentacinque gradi sotto il sole sono duri da sopportare anche per chi ama la musica.

Voto 8 

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