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LIVE!
L’arte incontra il rock
La mostra curata da Luca Beatrice e Marco Bazzini. Dipinti, sculture, installazioni, videoclip, artworks, LP, opere grafiche, fotografie, riviste e film
Dal 21 maggio al 7 agosto 2011 il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. Aperto tutti i giorni dalle 16 alle 23 ; chiuso il martedì. Ingresso libero e il Aperto tutti i giorni dalle 16 alle 23

 




                     di Giovanni Ballerini


Un bel regalo per gli amanti della musica e dell’art. E’ un progetto davvero azzeccato la mostra LIVE! L’arte incontra il rock, che dal 21 maggio al 7 agosto 2011 è allestita nelle sale del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. L’evento, curato con estro critico e ottima documentazione da Luca Beatrice e Marco Bazzini, coinvolge il pubblico in un esauriente excursus che sottolinea come la storia dell’arte contemporanea e quella del rock siano andate di pari passo, contribuendo alla costruzione dell’immaginario, dell’universo culturale degli ultimi quarant’anni. Un incrocio dinamico fra arti visive e musica, per delineare un panorama coerente e unitario, che trova sintesi anche nella dimensione della performance (poco importa se si tratta di una mostra o di un concerto). L’intelligenza di LIVE! è infatti proporre una lettura parallela e originale dei più rappresentativi grandi eventi (artistici e  musicali) che vengono documentati attraverso l’esposizione di dipinti, sculture, installazioni, videoclip, artwork, LP, opere grafiche, fotografie, riviste e film. Per sottolineare ancora di più la sua vocazione pop, aprire la discussione e la riflessione sugli argomenti in mostra al più ampio pubblico possibile (e per regalare ai toscani una pulsante isola creativa in un’estate spettacolare ancora una volta sotto tono) l’esposizione è a ingresso libero e ha un orario speciale (tutti i giorni dalle 16 alle 23). Se poi si aggiunge che il catalogo della mostra, edito da Rizzoli Editore, con testi di Luca Beatrice e del direttore del Pecci   Marco Bazzini, pur presentando un’esauriente storia sul parallelismo fra arte e rock, si legge, piacevolmente, in un lampo, si capisce quanto il progetto sia stato concepito con cura e originalità. Ma partiamo dall’inizio del percorso, che parte dal 1969, anno dell’ultima storica esibizione live dei Beatles “Welcome to the Show!” sul tetto della casa discografica Apple. È l’anno di Woodstock, del Flower Power, della diffusione delle utopie e della loro stessa caduta resa evidente dal concerto dei Rolling Stones a Altamont, finito in tragedia con la morte di quattro ragazzi. Nello stesso anno Harald Szeemann cura When Attitudes Become Form la prima importante mostra che apre universalmente le nuove frontiere dell’arte contemporanea . Nel 1972 i Pink Floyd scelgono l’anfiteatro romano a Pompei per un concerto a porte chiuse che denuncia la volontà di rimpossessarsi di una natura lontana per invaderla pacificamente con la propria creatività, quello che fa Robert Smithson due anni prima con la sua Spiral Jetty, opera simbolo della Land Art resa nota dalle fotografie di Gianfranco Gorgoni. Ma i Settanta sono anche gli anni della nascita e della morte di Ziggy Stardust, l'emblema della rockstar, un "cantante rock di plastica" come lo definiva il suo creatore/attore David Bowie, allo stesso tempo metafora dell’uomo contemporaneo con tutte le sue insicurezze e le sue fragilità. Nel 1973 Achille Bonito Oliva organizza la mostra Contemporanea, dove decade definitivamente l’idea di genere, e invita tra gli altri Urs Lüthi, che lavora sul proprio corpo in modo non lontano da come opera David Bowie: tra performance artistica e rappresentazione teatrale.
Nello stesso periodo si registrano anche le sperimentazioni elettroniche di artisti come Nam June Paik, che appare in un video mentre suona con Joseph Beyus, segno di una contaminazione tra generi diversi: il rock non è più il solo protagonista della scena. Alla fine degli anni Settanta con il punk i Sex Pistols dimostrano che non è necessario saper suonare per essere star: ragazzi di tutto il mondo restano affascinati dalla “sporcizia e dalla follia” del prodotto di Malcom McLaren, poco importa l’abilità tecnica, cosi come nell’estetica “taglia e incolla” delle grafiche di Jamie Reid. Allo stesso modo alla pittura non è più chiesto di essere studio e ricerca di bellezza, ma può diventare anche una Bad Painting. La mostra omonima ospitata nel 1978 al New Museum di New York vede esposti i lavori di artisti che rifiutano le regole della prospettiva, usano colori chiassosi e una tecnica dilettantesca come nelle opere di William Wegman. Negli anni Ottanta si diffonde una nuova voglia di leggerezza e un edonismo che trova nella pittura figurativa un suo sbocco naturale. Qui l’Italia è davvero protagonista. Con Aperto ’80, la sezione della Biennale di Venezia riservata ai giovani artisti, si afferma la Transavanguardia che vede tra i suoi protagonisti Sandro Chia e Nicola De Maria, presenti anche in “Live!”
Sono gli anni del postmodernismo in architettura, del tendone circense di Renato Zero e quelli nei quali tornano finalmente a suonare in Italia i big stranieri, prima tra tutti Patti Smith: sarà lei nel 1979 a rompere il silenzio imposto dagli anni della paura del terrorismo con i due storici concerti a Bologna e Firenze. Anche Bob Marley si esibirà in Italia, allo Stadio San Siro, in uno dei suoi ultimi concerti.
A New York nello stesso periodo diventano famosi come vere rock star artisti del calibro di Jean-Michel Basquiat e Keith Haring.
Simbolo del rapporto arte – musica è la relazione tra Basquiat e Madonna che con i suoi concerti fa il giro del mondo anche grazie all’impulso dato da MTV che proprio nel 1981 comincia le sue trasmissioni e introduce una vera e propria estetica del videoclip che cambierà per sempre il modo di usufruire il prodotto “musica”.
Intorno alla fine degli anni Ottanta il mondo “occidentale” si apre a culture diverse come quella africana che vede in campo musicale il concerto di Paul Simon in Zimbabwe e in quello artistico la mostra Les Magiciens de la Terre (1989) organizzata al Centre Georges Pompidou con l’esposizione, tra le altre, dei dipinti di Chéri Samba.
La caduta del muro di Berlino viene rappresentata nello storico The Wall dei Pink Floyd e, tra le altre, nelle opere dell’artista russo Leonid Sokov.
Gli anni Novanta sono aperti da Vasco Rossi che nel concerto allo Stadio di Milano interpreta una nuova intimità che chiude “tutto il mondo fuori”, come le opere minimaliste di artisti come Stefano Arienti invitato alla mostra Una scena emergente al Centro Pecci nel 1991.
Comincia anche il periodo degli unplugged, il più importante è quello dei Nirvana nel 1993, della musica colta di Bjork, che si troverà a collaborare con l’artista Matthew Barney, del Brit Pop che riscopre il club e si lega strettamente alla nuova scena artistica inglese degli Young British Artist, Damien Hirst in testa, portati alla ribalta dalla mostra Sensation nel 1996. Il percorso della mostra si chiude con un interrogativo: negli anni Duemila ha ancora senso parlare di rock star?
Ecco il riepilogo degli artisti in mostra:
Arte:
Alighiero Boetti, Marco Lodola,Yoko Ono, Pattie Boyd, Andy Warhol, Robert Indiana, Ira Schneider, Gianfranco Gorgoni, Matteo Guarnaccia, Paolo Icaro, Franco Vaccari, Giulio Turcato, Marcello Jori, Dennis Oppenheim, Joan Jonas, Luciano Giaccari-MUel Videoteca Giaccari Varese, Urs Lüthi, Luigi Ontani, Victor Vasarely, Iain Forsyth & Jane Pollard, Peter Christopherson,William English, Jamie Reid, Linder, Martin Kippenberger, William Wegman, Patti Smith, Robert Mapplethorpe, Sandro Chia, Nicola De Maria, Alessandro Mendini, Massimo Iosa Ghini, Nam June Paik, Joseph Beyus, Edo Bertoglio, Jean-Michel Basquiat, Keith Haring, Francesco Clemente Robert Longo, Mark Kostabi, Paul Tschinkel-Innertube, Paul Tschinkel, Anton Corbijn, Malick Sidibé, Cheri Samba, Lonid Sokov, Thomas Billhardt, Nan Goldin, Massimo Kaufmann, Gilbert&George, Fischli&Weiss, Efrem Raimondi, Stefano Arienti, Marco Cingolani, Daniele Galliano, Massimo Barzagli, Raymond Pettibon, Karen Kilimnic, Pruitt-Early, Daniel Johnston, Richard Kern, Cindy Sherman, Christian Marclay, Macelo Gutman, Richard Billingham, Marc Quinn, Sam Taylor-Wood, Damien Hirst, Stanley Donwood, Aernout Mik, Tony Oursler, Nico Vascellari, Emanuele Becheri, Fausto Gilberti, David LaChapelle, Kon Trubkovich, Gianni Molaro

Musica:
The Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd, David Bowie, Sex Pistols, Grace Jones, Bob Marley, Renato Zero, U2, Vasco Rossi, Elvis Costello, Paul Simon, Nick Cave, Nirvana, Blur, Oasis, Gorillaz, Bjork, Radiohead, Michael Jackson


Orari apertura Tutti i giorni dalle 16 alle 23 ; chiuso il martedì - Ingresso libero

Informazioni Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica 277, Prato
Tel. +39 0574 5317

Voto 8 

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