La Vie en Piaf - 2002
Io, Edith Piaf - 2002 / 2004
Sua madre la livornese Line Marsa, una cantante sposata al saltimbanco Louis Gassion non avrebbe mai pensato che la sua piccola Edith Giovanna, nata il 19 dicembre 1915 (che tutti noi conosciamo come Edith Piaf) diventasse la maggiore "chanteuse realiste" francese tra gli anni '30 e '60. Non se lo aspettava nemmeno la stessa Edith Giovanna Gassion, che visse l'infanzia nella miseria dei quartieri parigini di Belleville e iniziò a calcare le scene dopo un'audizione in un cabaret parigino (il Gerny). Edith Gassion, si scelse il nome d'arte di Edith "Piaf" (che in argot parigino vuol dire passerotto) in occasione del suo debutto, nel 1935. Due anni dopo iniziava la sua carriera vera e propria, con il primo contratto con il Teatro dell'ABC. A quelle atmosfere, a quelle canzoni, che la Piaf (scomparsa nel 1963) ha reso immortali, grazie a una voce e una personalità ricca sfumature contrastanti, uniche è ispirato il concerto spettacolo "La Vie en Piaf", proposto sabato 10 agosto 2002 alle 21,15 in Piazza Santa Maria Novella a Firenze. Il soprano Lucilla Bigi, coadiuvata dalla voce recitante di Stefano Silvestri e da Delilah Gutman al pianoforte, rende omaggio all'icona simbolo della creatività e la tensione intellettuale della "rive gauche", all'antesignana di un movimento di cui in seguito faranno parte Juliette Greco, Albert Camus, Raymond Queneau, Boris Vian e lo stesso Jean Cocteau, che si ispirò alla Piaf per la pièce teatrale "La bel indifferent". "La Vie en Piaf" è in realtà un recital delle più famose canzoni della celebre interprete francese, raccontate e rivissute da un io narrante, molto vicino alla figura dell'artista. L'evento è ispirato alla vita della vocalist francese e risulta un intreccio di canzoni e di riferimenti biografici. Milord, Les Amants d'un Jour, L'Accordéoniste, No, Je Ne Regrette Rien, Les Prisons du Roy, Sous le Ciel de Paris, Hymne à l'Amour, Mon Dieu, J'attendrai e naturalmente La Vie en Rose, si trasformano in una macchina del tempo per evocare la Parigi degli anni '40, il mondo della strada, dei Caffè parigini, delle piazze e di chi le animava, come gli innamorati, i musicisti, gli studenti, ma anche i barboni, le donne "di piacere", i balordi … ricreando così quello spirito effervescente ed appassionato, ma al tempo stesso malinconico e triste, che animava i café chantant della capitale francese.
Voto
8