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Scanner - musica
 


Keith Jarrett
Con il suo trio torna in concerto in Italia
Il genio del jazz pianistico si esibisce con il suo trio, che vede Gary Peacock al contrabbasso e Jack DeJohnette alla batteria
Il 13 luglio al Teatro Comunale di Firenze, il 16 luglio 2009 a Palazzo Te di Mantova

 




                     di Stefania Battaglia


Bizzoso e geniale, imprevedibile e maestoso, ma anche minimale e apocalittico, come solo un mito sa (e vuole) essere. Era il 27 marzo del 1989 quando Keith Jarrett, indiscusso genio musicale dei nostri tempi, presentava al Teatro Comunale un concerto solista, stregando il pubblico con i suoi monologhi improvvisati: “Jarrett non si limita ad improvvisare, ma più propriamente compone improvvisando”, sostengono i più. Ed è difficile dargli torto, visto che i suoi concerti sono in grado di colpire l’immaginario dei jazzomani, quanto quello di un pubblico più allargato, che nelle composizioni del genio Keith trova motivo per allargare il suo spazio emotivo, la gamma delle sue percezioni musicali.

A 20 anni di distanza, il maestro, che l'8 maggio ha compiuto 64 anni, il 13 luglio 2009, torna a Firenze proprio nel teatro del Maggio Musicale, per il concerto anteprima del festival Live-on. Questa volta non sarà un solo concert, ma un attesissimo set con il suo trio, con Gary Peacock al contrabbasso e Jack DeJohnette alla batteria, cioè con la storica formazione (nata nel 1983) che, in 26 anni di storia e 18 album incisi, ha scritto una nuova pagina nella storia del trio pianistico, continuando a sperimentare e reinventare il jazz a partire dai grandi standard che Jarrett, Peacock e DeJohnette sanno trasportare in nuovi territori musicali. Numerosi i riconoscimenti, fra cui 5 American Grammy, più di una dozzina di “Record of the Year” e Premi della Critica in tutto il mondo Stati Uniti, Europa, Giappone.

Il trio nasce dall’incontro di Jarrett con Gary Peacock - un monumento per intere generazioni di contrabbassisti, coinvolto in mille avventure del jazz più creativo e meno conservatore, ha suonato con i più grandi in oltre 45 anni di carriera - e Jack DeJohnette – membro di molte formazioni fra cui, insieme ad un giovane Jarrett, del Charles Lloyd Quartet e della band di Miles Davis con il quale ha inciso “Bitches Brew”, disco storico premiato con un Grammy Award. Venti album all’attivo come solista e leader, “Best Drummer” per 13 anni consecutivi dal 1980 al 1992 e negli anni successivi per i lettori di Downbeat Magazine.

Ma andiamo a conoscere i protagonisti da vicino. Keith Jarrett, che è nato nel 1945 ad Allentown, Pennsylvania, ha iniziato a 7 anni lo studio del pianoforte per proseguire a 15 con la composizione. A metà degli anni ’60, non ancora ventenne, entra nel mondo del jazz con una serie di concerti insieme ai Jazz Messangers di Hart Blakey. Ben presto decide di guidare un suo gruppo formato da Paul Motian, Charlie Haden e Dewey Redman e nella prima metà degli anni ’70 inizia la sua esclusiva collaborazione con la casa Discografica ECM, con la quale fino ad oggi ha inciso oltre 40 dischi fra cui il memorabile Köln Concert. Jarrett viene universalmente acclamato come un geniale improvvisatore; negli ultimi anni si è imposto anche come pianista classico, concentrandosi sulla musica del XVIII secolo ed impegnandosi con importanti registrazioni di Bach, Haendel, Mozart. Nel 1989 il Ministro della Cultura Francese lo ha eletto “Ufficiale dell’Ordine delle Arti e delle Lettere”.

Gary Peacock, che invece è nato nel 1935 nell’Idaho, ha iniziato la sua carriera musicale suonando il pianoforte e la batteria. Affascinato dal rock and roll, dallo swing e dal be-bop, si trasferisce a Los Angeles per studiare; nel 1954 viene arruolato e mandato in Germania dove, nella banda dell’esercito scopre il suo strumento: il contrabbasso. Nel 1958 torna a Los Angeles e registra brani con Barney Kessel, Paul Bley, Don Ellis e Bud Shank. Il successivo trasferimento a New York corrisponde alla transizione dall’hard-bop alla musica d’avanguardia. Incontra Archie Shepp, Albert Ayler e diventa membro del “Bill Evans Trio” e dei gruppi di Miles Davis e Sonny Rollins. Alla fine degli anni ’70 si trasferisce in Giappone dove si dedica alla medicina orientale e alla filosofia. Al ritorno negli Stati Uniti studia microbiologia a Seattle e nel ’77 registra “Tales of Another”. Fra le sue incisioni ricordiamo: “December Poems”, “Voices of the Past” e “Guamba” oltre a collaborazioni con Michel Petrucciani, Don Pullen e Chick Corea.

Jack DeJohnette, nato nel 1942 a Chicago, batterista e pianista, lavora da più di 30 anni con le principali figure del Jazz moderno, da John Coltrane a Miles Davis, da Sonny Rollins a Bill Evans, Stan Getz, Ornette Coleman, Pat Metheny, Herbie Hancock. Ha iniziato gli studi musicali a Chicago, inizialmente come pianista ed in seguito come batterista, lavorando con il gruppo d’avanguardia “Association of Creative Musicians”, prima di trasferirsi a New York nel 1966. Nei tre anni successivi è membro, insieme a Keith Jarrett del “Charles Lloyd Quartet” e poi della band di Miles Davis con il quale incide Bitches Brew, premiato con un Grammy Award. Come solista e leader ha realizzato circa 20 album; oltre al trentennale connubio con Keith Jarrett ha portato a termine una colonna sonora con Pat Metheny e una collaborazione con Lester Bowie. Nel 1990 la Berklee School of Music di Boston gli ha conferito il Dottorato Onorario in Musica. Tra le ultime collaborazioni ricordiamo le tournée con il “World Saxophone Quartet”, con il “Gateway Trio” e con il sassofonista inglese John Surman.

Voto 9 

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