Bizzoso e
geniale, imprevedibile e maestoso, ma anche minimale e apocalittico, come solo
un mito sa (e vuole) essere. Era il 27 marzo del 1989 quando Keith Jarrett, indiscusso genio musicale
dei nostri tempi, presentava al Teatro Comunale un concerto solista, stregando
il pubblico con i suoi monologhi improvvisati: “Jarrett non si limita ad
improvvisare, ma più propriamente compone improvvisando”, sostengono i più. Ed
è difficile dargli torto, visto che i suoi concerti sono in grado di colpire
l’immaginario dei jazzomani, quanto quello di un pubblico più allargato, che
nelle composizioni del genio Keith trova motivo per allargare il suo spazio
emotivo, la gamma delle sue percezioni musicali.
A 20 anni
di distanza, il maestro, che l'8 maggio ha
compiuto 64 anni, il 13 luglio 2009, torna a Firenze proprio nel teatro del
Maggio Musicale, per il concerto anteprima del festival Live-on. Questa
volta non sarà un solo concert,
ma un attesissimo set con il suo trio, con Gary Peacock al contrabbasso e Jack
DeJohnette alla batteria, cioè con la storica formazione (nata nel 1983) che,
in 26 anni di storia e 18 album incisi, ha scritto una nuova pagina nella
storia del trio pianistico, continuando a sperimentare e reinventare il jazz a
partire dai grandi standard che Jarrett, Peacock e DeJohnette sanno trasportare in
nuovi territori musicali. Numerosi i riconoscimenti, fra cui 5 American Grammy,
più di una dozzina di “Record of the Year” e Premi della Critica in tutto il
mondo Stati Uniti, Europa, Giappone.
Il trio
nasce dall’incontro di
Jarrett
con Gary Peacock - un monumento per intere generazioni di contrabbassisti,
coinvolto in mille avventure del jazz più creativo e meno conservatore, ha
suonato con i più grandi in oltre 45 anni di carriera - e Jack DeJohnette
– membro di molte formazioni fra cui, insieme ad un giovane Jarrett, del Charles
Lloyd Quartet e della band di Miles Davis con il quale ha inciso “Bitches Brew”, disco storico
premiato con un Grammy Award. Venti album all’attivo come solista e leader,
“Best Drummer” per 13 anni consecutivi dal 1980 al 1992 e negli anni successivi
per i lettori di Downbeat Magazine.
Ma andiamo
a conoscere i protagonisti da vicino. Keith Jarrett, che è nato nel 1945
ad Allentown, Pennsylvania, ha iniziato a 7 anni lo studio del pianoforte per
proseguire a 15 con la composizione. A metà degli anni ’60, non ancora
ventenne, entra nel mondo del jazz con una serie di concerti insieme ai Jazz
Messangers di Hart Blakey. Ben presto decide di guidare un suo gruppo formato
da Paul Motian, Charlie Haden e Dewey Redman e nella prima metà degli anni ’70
inizia la sua esclusiva collaborazione con la casa Discografica ECM, con la quale fino ad oggi
ha inciso oltre 40 dischi fra cui il memorabile Köln Concert. Jarrett viene
universalmente acclamato come un geniale improvvisatore; negli ultimi anni si è
imposto anche come pianista classico, concentrandosi sulla musica del XVIII
secolo ed impegnandosi con importanti registrazioni di Bach, Haendel, Mozart.
Nel 1989 il Ministro della Cultura Francese lo ha eletto “Ufficiale dell’Ordine
delle Arti e delle Lettere”.
Gary Peacock, che invece è nato
nel 1935 nell’Idaho, ha iniziato la sua carriera musicale suonando il
pianoforte e la batteria. Affascinato dal rock and roll, dallo swing e dal be-bop,
si trasferisce a Los Angeles per studiare; nel 1954 viene arruolato e mandato
in Germania dove, nella banda dell’esercito scopre il suo strumento: il
contrabbasso. Nel 1958 torna a Los Angeles e registra brani con Barney Kessel,
Paul Bley, Don Ellis e Bud Shank. Il successivo trasferimento a New York
corrisponde alla transizione dall’hard-bop alla musica d’avanguardia. Incontra
Archie Shepp, Albert Ayler e diventa membro del “Bill Evans Trio” e dei gruppi
di Miles Davis e Sonny Rollins. Alla fine
degli anni ’70 si trasferisce in Giappone dove si dedica alla medicina
orientale e alla filosofia. Al ritorno negli Stati Uniti studia microbiologia a
Seattle e nel ’77 registra “Tales of Another”. Fra le sue incisioni ricordiamo:
“December Poems”, “Voices of the Past” e “Guamba” oltre a collaborazioni con
Michel Petrucciani, Don Pullen e Chick Corea.
Jack DeJohnette, nato nel 1942 a Chicago, batterista e
pianista, lavora da più di 30 anni con le principali figure del Jazz moderno,
da John Coltrane a Miles Davis, da Sonny Rollins a Bill Evans, Stan Getz,
Ornette Coleman, Pat Metheny, Herbie Hancock. Ha iniziato gli studi musicali a
Chicago, inizialmente come pianista ed in seguito come batterista, lavorando
con il gruppo d’avanguardia “Association of Creative Musicians”, prima di
trasferirsi a New York nel 1966. Nei tre anni successivi è membro, insieme a
Keith Jarrett del “Charles Lloyd Quartet” e poi della band di Miles Davis con il quale incide
Bitches Brew,
premiato con un Grammy Award. Come solista e leader ha realizzato circa 20
album; oltre al trentennale connubio con Keith Jarrett ha portato a termine una
colonna sonora con Pat Metheny e una collaborazione con Lester Bowie. Nel 1990 la Berklee School of
Music di Boston gli ha conferito il Dottorato Onorario in Musica. Tra le ultime
collaborazioni ricordiamo le tournée con il “World Saxophone Quartet”, con il
“Gateway Trio” e con il sassofonista inglese John Surman.
Voto
9