Simone Cristicchi, dopo Sanremo 2007, tour Feltrinelli e Fnac
Simone Cristicchi, Fabbricante di Canzoni, Sony BMG, 2006
Simone Cristicchi, Centro d’igiene mentale tour, 2006
E’ un arguto e sorprendente “Fabbricante di Canzoni”
Simone
Cristicchi, che con questo suo indovinato album d’esordio ha vinto
meritatamente la Targa
Tenco 2006, come miglior disco italiano di
canzone d’autore opera prima. Il cantautore romano mostra di avere le idee
chiare, anzi chiarissime. E, mentre (chitarra a tracolla e valigetta in mano) dà
spazio alla sua verve surreale con il Cd “Fabbricante di Canzoni” ( Sony BMG),
si esalta con il teatro canzone del Centro di Igiene Mentale Tour che lo vede
protagonista, insieme ai suoi musicisti ( Desirèe Infascelli alla fisarmonica e pianoforte, Davide Aru alla chitarra
classica, mandolino e cori, Olen Cesari al Violino),
di una serie di spettacoli negli ex ospedali psichiatrici.
Due percorsi paralleli illuminati dal
talento di un narratore vero, di un fantastico osservatore della società.
Chi ha storto la bocca ascoltando lo pseudo inno a Biagio Antonacci
in una canzone che è stata un autentico tormentone
estivo (Vorrei cantare come Biagio), non ha compreso la satira sferzante verso
il mondo (e soprattutto l’industria) della canzone che stava dietro a quel
pezzo orecchiabile. Un po’ tutto l’album è infatti
caratterizzato da testi intelligenti,
ironici e irriverenti quanto basta da discostarsi dal solito standard del pop.
Il
cantautore romano, classe 1977, che con “Che bella gente” si è piazzato
al secondo posto della categoria giovani dell’ultimo
Sanremo, si diverte con “Fabbricante
di Canzoni” a cambiare continuamente contesto, a mischiare le carte e
approfittare dei riflettori della popolarità per dire qualcosa di intelligente.
Senza per questo perdere nemmeno una stilla di poesia. Ballate
delicate e canzoni fresche ed allegre che invitano a vivere la vita con
sincerità e lucidità, senza farsi prendere tanto in giro. I brani di Cristicchi sono un lucido elogio a
tutte quelle piccole, ma importanti ribellioni
quotidiane che ci rendono più umani e più veri. Senza, Studentessa
universitaria, Vorrei cantare come Biagio, Fabbricante di canzoni, L'isola, La
filastrocca della morlacca, Telefonata per l'estate,
Ombrelloni, A
sambà, Stupidowski, Sul treno,
Angelo custode, Questo e' amore, Rufus: Brani dal
ritmo serrato, che hanno il pregio di trattare ogni argomento con uno spirito
lieve eppure appuntito, efficace. Un elogio alla spontaneità,
che punge facendo sorridere.
Un progetto che fa riflettere cantando. E allora Studentessa
universitaria si trasforma in un ritratto centrato della vita quotidiana
durante l’università e Ombrelloni strizza l’occhio
(non senza più di un candido sberleffo) ai tormentoni estivi degli anni
Sessanta. Per carpire l’ironia ci vuole arguzia, intelligenza e il tempo per
capirla, sembra suggerirci Simone ed è davvero difficile dargli torto.
Voto
8