"Di quei violini suonati dal vento
l'ultimo bacio mia dolce bambina
brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio
ma sono lacrime mentre piove..."
L'hanno definita 'cantantessa', ovvero un epiteto coniato per miscelare cantante e poetessa, due appellativi assai calzanti per un personaggio come Carmen Consoli, la più convincente e grintosa delle giovani cantautrici italiane, una che pare un anomalo conglomerato tra Patti Smith e P.J. Harvey, il che equivale a dire poesia, rabbia, originalità. Gli accostamenti non sono esagerati stando alla poliedricità musicale che emerge dai dodici brani di Stato di necessità, il quarto ed ultimo album della cantautrice di Catania. La gemma assoluta del disco è senza dubbio alcuno L'ultimo bacio, una canzone con arrangiamento per chitarra e violini che raggiunge picchi celestiali di espressività lirica: il brano ha prestato il titolo all'ultimo fortunato film di Gabriele Muccino, cui ha preso parte la stessa Consoli in un piccolo ruolo - era una delle tante fiamme occasionali dello sciupafemmine di turno, interpretato dal collega Marco Cocci, cantante dei Malfunk -. Sul set de L'ultimo bacio Muccino ha inoltre diretto anche il video dell'omonima canzone, che chiudeva la cosiddetta storia di tutte le storie d'amore con un soffio di poesia sui titoli di coda: Carmen Consoli è stata premiata in qualità di autrice del brano a Sorrento alle ultime Giornate Professionali del Cinema, in compagnia di signori del calibro di Nanni Moretti, di Ferzan Ozpetek e dell'esordiente Giulio Manfredonia. L'ennesimo riconoscimento va ad aggiungersi a quelli conquistati all'inizio del 2001 agli Italian Music Awards, manifestazione nell'ambito della quale la Consoli ha avuto il premio per il miglior videoclip (Parole di burro) ed è stata giudicata artista femminile dell'anno. Stato di necessità d'altra parte conferma nel suo complesso l'eclettismo musicale della Consoli, configurandosi come un album in grado di alternare struggenti ballate (la più canonica è proprio L'ultimo bacio) a pezzi più grintosamente rock - esemplare in tal senso Il sultano (della kianka) -, spaziando tra ritmi morbidi e variegati (si ascolti la notevole Equilibrio precario) legati dal Leitmotiv di un'indiscutibile qualità testuale. Tra l'ironica spavalderia elettrica di Bambina impertinente, le poetiche divagazioni jazz de L'epilogo e le "sconosciutissime" ma sferzanti tattiche di seduzione della title track, la sanremese In bianco e nero rischia (quasi) di passare inosservata. Si aggiunga che Stato di necessità ad ogni ascolto lascia percepire nuovi significati quasi nascosti sotto parole e musiche stratificate: non a caso l'ultimo episodio dell'album è una ghost track che ripresenta Orfeo in versione live, perché alla cantantessa, si sa, piace esibirsi dal vivo...
Carmen Consoli, Stato di necessità [Cyclope/Polydor 2000]
Voto
7½