Dopo
l’intera giornata passata al Box Office per l’acquisto
dei biglietti, finalmente è arrivato il gran giorno. L’atmosfera è uguale a tante
altre serate che hanno ospitato il Boss in Italia. Una moltitudine di persone
di tutte le età, i più grandi con la maglietta del tour di Born To Run, i più giovani
con quelle di The Rising o dei concerti con la Session Band, che
attendono l’evento. Il Dutchforum si presenta pieno all’inverosimile e
l’acustica, nonostante si tratti di un palasport, non è male.
Alle 9.20
la serata si accende con Radio
Nowhere, singolo del nuovo album. Un inizio
travolgente, il pubblico si vede che ha assimilato da subito anche le nuove
canzoni. Sul palco si notano immediatamente, la mancanza di Patti Scialfa
e per motivi di salute, del tastierista Danny
Federici. Il suo sostituto è Charlie Giordano, già membro della Session
Band.
La E Street
Band gira bene, l’unica nota negativa è la partecipazione di Nils Lofgren, troppo
spesso messo da parte e relegato a fare la ritmica o qualche intervento
sporadico di slide guitar.
Anche Bruce è in forma,
nonostante i suoi 58 anni, si muove da una parte all’altra senza un attimo di
respiro, spiega le canzoni in italiano, arringa la folla come fosse un predicatore navigato e strapazza in modo violento le
varie Telecaster che gli capitano a tiro. Magari invece di
correre, cammina, ma la grinta e il divertimento nel suonare dal vivo sono
sempre gli stessi. Tipico esempio di guitar hero che se il fisico lo permettesse, continuerebbe a fare
concerti anche a 100 anni. La scaletta è di quelle da brivido, pezzi vecchi e
nuovi si mischiano in maniera regolare. Sulle canzoni vecchie vanno praticamente a memoria, tutti sanno che devono seguire la
batteria secca e precisa di Max Weinberg guidata dal boss come un vero direttore
d’orchestra, che rallenta e accelera il ritmo con un semplice gesto del braccio
o della chitarra. Anche le canzoni nuove, che su disco hanno generato qualche
perplessità, dal vivo si rivelano trascinanti e coinvolgenti. Fra le versioni migliori, Gipsy
Biker, con un acidissimo duello di chitarre fra il Boss e Little Steven, Devil’s Arcade e
Girls In The Summer Clothes, con relativa dedica alle ragazze italiane.
Fra le
vecchie, alcune che non sentivamo da tempo, The Ties
That Bind, Incident of 57st, Adam Raised a Cain ed altre che sono quasi una presenza fissa nelle scalette dei suoi
concerti, come il turbine finale di Tenth Avenue Freeze
Out, Thunder Road e Born To Run. Il concerto si
chiude con American Land brano di Springsteen in puro punk irlandese,
ripreso dal tour della Seeger Session Band.
Alla fine
del concerto ci si rende conto che ha suonato quasi due ore e mezza, senza un attimo di
respiro, quasi senza pause fra le 24 canzoni, che la voce è sempre la stessa e
che ancora una volta si è ripetuto il rito, perchè lui è il
Ministro, il rock la sua parola e il pubblico i suoi discepoli. Ci rivediamo il
25 Giugno a San Siro.
Voto
8