Ha la faccia da schiaffi, la
battuta pronta ed il baffetto
da Fred Buscaglione. Suona la chitarra infarcendo poesia
sublime a slang e vernacolo dei bassifondi livornesi. Bobo Rondelli è così:
naif, scanzonato, cabarettista triste.
Il male di vivere però è lo stesso
che affliggeva Andrea Cambi.
E proprio al comico esploso con “Vernice Fresca” prima e poi con “Aria Fresca”, Bobo ha dedicato canzoni del nuovo album “Per amor del
cielo”e i concerti del tour 2010 che il 4 marzo fa tappa al Teatro Dante
all’interno della rassegna “Toscanaccio” che ha già visto sul palco Anna Meacci
e, dopo Rondelli, prevede Benvenuti e Monni.
Rondelli imita
a meraviglia Mastroianni. Qualche stagione fa commosse, per bravura, in “Cioni Mario” nel
personaggio che fu di Benigni in “Berlinguer ti voglio bene”. Ex
cantante del gruppo “Ottavo padiglione”, un cult tormentone la loro “Ho picchiato la testa”, vincitore del Premio Ciampi, Bobo è
anche attore cinematografico; recente cammeo in “La prima cosa bella” di Virzì.
“Per amor del cielo” è il suo ultimo album. Un po’
sgangherato, stropicciato, disperato, malinconico, drammatico, maledetto, disilluso,
certamente intriso di poesia: Modigliani, Bianciardi, Ciampi. Rondelli incarna il toscanaccio dalla battuta
feroce e sferzante. Dolcemente farsi male con “Viaggio di autunno”, inno agli
amanti che non hanno futuro “Per amor del cielo”, piove dentro in “Soffio
d’angelo”, fischio allegro e nostalgico ne “La
marmellata”, l’amore per Livorno accostata a Parigi di “Madame Sitrì” dai riflessi di case chiuse, la raffinata e soffiata
sottovoce “Mia dolce anima”, da Gianni Rodari invece arriva
“Il cielo è di tutti”, per farsi tenere tra le braccia quando si fanno brutti
sogni c’è “Licantropi”, struggente tortura è “Niente più di questo è l’amore”. Cd
assolutamente da avere. Info: www.teatrodante.it;
055.8940864; biglietti: 15 euro.
Voto
8