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  18/04/2024 - 13:49

 

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Gruppo Sperimentale Villanuccia
M di iMMenso L'uomo che vive nello spazio
Liberamente ispirato all'opera di Henri Michaux
6 e 7 maggio 2003 a Fabbrica Europa

 




                     di Giovanni Ballerini


"Le droghe ci annoiano col loro paradiso,. ci diano, piuttosto, un po' di conoscenza.. Noi non siamo un secolo da paradisi" affermava Henri Michaux in Connaissance par les gouffres. Un evento teatrale è dedicato all'anima sperimentale e visionaria dell'artista scoperto da André Gide, che nella sua vita (Namur 1899 - Pargi 1984) ha esplorato con raziocinio varie realtà e movimenti creativi: dai contatti con il gruppo surrealista, alla direzione della rivista Hermès (che indagava i rapporti tra mistica e poesia) a quelli con l'esistenzialismo, dalla scrittura (assolutamente ribelle), alla poesia, dal giornalismo alla pittura di spazi psichici, alla sperimentazione degli allucinogeni, in particolare della mescalina. A questo particolarissimo e intenso viaggio estremo nella creatività dedica attenzione il Gruppo Sperimentale Villanuccia, che propone a Fabbrica Europa il 6 e 7 maggio 2003 (ore 19), M di iMMenso L'uomo che vive nello spazio, liberamente ispirato all'opera di Henri Michaux, in particolare da due suoi testi: "L'infinito turbolento" (1957) e "Miserabile miracolo" (1956). Il progetto, i video, le scene e la regia sono di Nino Cannatà, le coreografie di Max Campagnani (che danza insieme a Raffaella Cezza), i costumi di Monica Caminiti, le musiche digitali di Alberto Tucci, i disegni digitali di Francesca Bellat, le animazioni video di Simone Carrai, Leonardo Leporatti, Nino Cannatà, le animazioni 3D di Francesco Pafumi, attore in scena David Campanini.

Il risultato è un'interessante tentativo di mettere in luce due aspetti compresenti di una stessa realtà attraverso una performance che si svolge su due spazi scenici separati da un muro-schermo. Una sorta di confine fra due ambienti sensoriali in speculare opposizione, ma allo stesso tempo un filtro, uno schermo - specchio, che propone una proiezione distorsione di una visione interna. Oltre quel muro i diversi elementi come l'attore, i danzatori, i musicisti, i profumi, i suoni, le parole, si alternano, si accavallano e interagiscono, creando una sinfonia performativa. Spettatore e attore si trovano in due luoghi-dimensioni diversi e opposti, separati da una visione-proiezione, dove le immagini video si intersecano con la musica suonata dal vivo. Anche nella colonna sonora giocano gli opposti e il pianoforte di Julian Abbott si confronta e si specchia nella musica elettronica, in una continua alternanza tra un opposto e l'altro.

Voto 6 

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