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  19/04/2024 - 11:43

 

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Compagnia Virgilio Sieni
Sonate Bach di fronte al dolore degli altri
Coreografia e regia Virgilio Sieni, interpret: Giulia Mureddu, Sara Sguotti, Jari Boldrini, Nicola Cisternino. Musica eseguita dal vivo da Mariodavide Leonardi (viola) e Alessia Zanghì (pianoforte), immagini video tratte da “I cani e i bambini di Sarajevo” (1994) di Adriano Sofri, costumi Giulia Pecorari, foto Piero Tauro e Orlando Caponnetto
12 maggio 2013 alle 21,30 al Teatro della Pergola per Fabbrica Europa 2013

 




                     di Giovanni Ballerini


Undici date emblematiche raccolte intorno agli 11 brani che compongono le 3 Sonate BWV 1027, 1028, 1029 di J. S. Bach. Fotografie di corpi che si diluiscono attraversando la dinamica e la figura, cercando un approccio irrisolvibile all’orrore ”.

Danze come ballate evocative, come frammenti d’esistenza, come flash di corpi, icone su cui si specchia il tessuto coreografico. Il bello di Fabbrica Europa è sempre stato essere occasione di spettacoli di grande levatura, che difficilmente avremmo l’occasione di ammirare in altre programmazioni. E’ il caso di Sonate Bach di fronte al dolore degli altri, lo spettacolo (durata: 65 minuti) che Virgilio Sieni aveva già portato in scena già dal 2002, che viene riallestito al Teatro della Pergola di Firenze (domenica 12 maggio 2013 alle 21,30) per l’edizione numero venti del festival fiorentino.

Virgilio Sieni e la sua danza organica al nostro tempo si accordano per 11 coreografie ispirate da altrettanti momenti tragici ed emblematici della recente storia (Sarajevo, Kigali in Rwanda, Srebrenica, Tel Aviv, Jenin, Baghdad, Istanbul, Beslan, Gaza, Bentalha, Kabul) si alternano sulla ribalta accarezzate dalla musica dal vivo eseguita da un ensemble nato in seno della Scuola di Musica di Fiesole (Mariodavide Leonardi alla viola e Alessia Zanghì al pianoforte). Tre Sonate per viola e pianoforte (BWV 1027, 1028, 1029) di J. S. Bach danno vita a una danza che afferma lo sforzo di evocare dalle macerie una bellezza impossibile e paradossale, da cesellare con lo strumento etico e politico per eccellenza: il gesto.

“L’attenzione torna quindi alla questione del corpo, al suo significato, alla sua complessità e attualità. La sola risposta che si offre è ancora quella rivolta allo sguardo del pittore del ’300: la sublimazione della tragedia nella trasfigurazione artistica senza commento, che coinvolge insieme l’umano e il sacro, il singolare e l’universale – spiega Virgilio Sieni -. Le 11 danze che si succedono hanno ’aspetto di ballate; allo stesso tempo sono una continua dedica in memoria, riferita agli eventi che segnano iconograficamente il tessuto coreografico”.

Voto 9 

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