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Kinkaleri
Pool
L'ermetismo come scudo, gabbia e prigione
Al Teatro Studio Scandicci 2, 3, 4, 6, 7, 8 dicembre 2005

 




                     di Tommaso Chimenti


Nero II studio - Nuova produzione - 2006
Pool - 2005
I Cenci/Spettacolo - 2005
TONO - 2003
OTTO - 2003
My love for you will never die - 2001
1.9cc GLX - 1999


Una serie di scene, di sketch, di gag, che lasciano l'amaro in bocca, quasi i Kinka portassero il pubblico sull'orlo di un dirupo senza poi spiegare, dire o semplicemente segnalare la strada per il salto cieco nel vuoto o la via di salvezza e beatificazione.

E' questo "Pool" il nuovo progetto targato K presentato a Contemporanea 05 al Fabbricone.

Immagini, come fotografie piene e ricche e coloratissime, zeppe di oggetti aperte ai più possibili riferimenti, atemporali, sperimentali, culturali, citazioni. Autoreferenziali.

Ma il tutto rimane a livello cerebrale, freddo senza emozioni come i neon posizionati bassi sul pubblico a delimitare lo spazio visivo e terreno, l'immagine patinata, così come il pavimento argentato dove scivolano i nostri Marco Mazzoni, che apre il pezzo sdraiato con una candela di cera accesa inserita nel fondoschiena, Luca Camilletti e Cristina Rizzo, phisique du role e addominali scolpiti. Si sente il sapore dell'artificio, del cuore lasciato nei camerini, stoffe pesanti e drappi grigi in fondo alla scena, o volutamente sezionato e decompresso verso linee dure, sferzate di fioretto tagliente, schiaffi rumorosi contro il muro silente della comunicazione.

L'ermetismo come scudo, gabbia e prigione, l'indecifrabilità come dilemma tra il non detto ed il non voluto in bilico perenne tra lo scambio, l'incredulità e l'a sintonia con il pubblico.

Come marine strisciano a terra spostando due cactus verdi di spine quasi a formare una porta, mentre lei in costume dorato, maschera da ghepardo e ginocchiere da pallavolista, entra e fa la sua comparsata.

Entrate e uscite dal palco in mezzo ai suoni cupi della profondità troppo frettolose senza approfondimenti, un lampo, un passaggio, fino al prossimo rondò.

Un pallone argentato che si sgonfia premendolo con la faccia, un tip tap ballato alla Fred Astaire con una busta in mano da clochard al posto del bastone.

Ed un bassista incappucciato alla subcomandante Marcos da Guerrilla dei Rage against the machine e ciabatte riminesi, mentre compaiono come funghi carichi di tossine concettuali un colbacco, bicchieri Ikea e palle e palline che rotolano.

Un ragno al guinzaglio e poi a carponi a pulire il pavimento mentre i rumori rarefatti come sul fondo di una piscina fanno da eco alle ipotesi di scene.

Il telefono continua a trillare senza risposta alcuna, Luca - Capitan Uncino scava sotto il pavimento trovando 100 euro per poi portare un coniglio elettrico a passeggio sulla scena.

Voto 6 

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