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  28/03/2024 - 10:36

 

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Scanner - live
 


Mariangela Melato
Sola me ne vo
Di Giampiero Solari, Riccardo Cassini, Vincenzo Cerami, Mariangela Melato, regia di Giampiero Solari, musiche originali, arrangiamenti e orchestrazioni Leonardo De Amicis, coreografie Luca Tomassini, disegno luci Marcello Jazzetti, musicista Davide Pistoni, assistente coreografo Daniela Bellini
Dal 26 al 28 febbraio 2007 al Teatro Manzoni di Pistoia, dal 2 al 4 marzo al Teatro Team di Bari, dal 27 marzo al 1 aprile 2007 al Teatro Verdi di Firenze, dal 12 Al 15 Aprile 2007 Al Teatro Europa Auditorium Bologna

 




                     di Tommaso Chimenti


A.A.A. Melato cercasi.

Dov’è finita la musa di Ronconi? Dove la ragazza che debuttò con Dario Fo e Franca Rame e dove la Monaca di Monza di Luchino Visconti?

Non vogliamo credere che questo sia il nuovo percorso della “Centaura”, svilirebbe il presente dell’artista meneghina e ridimensionerebbe il suo celebre e costellato passato. Tra cerchi di lampadine, come un gigantesco piano bar di lumini a morto da Maurizio Costanzo Show o Bagaglino, in un contesto da avanspettacolo, la over sessanta si agita in un tip tap furioso e funambolico con sei ballerini pieni di luccichini e paillettes, un flamenco ritmato e violento da Joachim Cortes. Poi si sprigiona una danza Maori prima della battaglia, con urla annesse, ed il corpo di ballo adesso è in tute e caschi spaziali quasi Nikita di Luc Besson. In video passa la sua “Fedra” in bianco e nero. Solo ricordi, ahimè. “Sola me ne vò” viene ripetuta in tutte le sue varianti e versioni, la voce roca alla Capossela, la “Canzone di Micky Messer” di Kurt Weill che ha fatto la fortuna di Bertolt Brecht sembra far rialzare la testa alla piece, ricadendo poco dopo con “Ti parlerò d’amor” della Wanda nazionale. Il testo, scritto assieme a fior di autori come Cerami o Solari che ne firma anche la regia, oscilla nel fango di una pericolosa ovvietà di luoghi comuni banali e sentiti in ogni varietà: gli uomini di oggi sono fragili, dove sono finiti i comunisti?, le stragi di Stato. Vanno bene le citazioni gaberiane ma non fa ridere né pensare. Non manca l’imitazione di Charlot, ed il trenino finale, da festa briatoresca alla Capannina di Forte dei Marmi, con samba Brasil d’annata, per concludere con “Vita spericolata” di Vasco Rossi”. Se voleva proporre cabaret allora è meglio Fiorello. Esagitata come Monica Guerritore in “Giovanna d’Arco”. “Sono fatta della stessa materia dei sogni”. Anche noi avremmo voluto sognare.

Voto 5 

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