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Lucia Poli
Buffi si nasce - Rondò di coppie
Liberamente ispirato a Boccaccio, Machiavelli, Novelli, Palazzeschi, Chiti, drammaturgia e regia di Ugo Chiti
il Teatro di Rifredi festeggia con la prima nazionale da martedì 10 a sabato 21 gennaio 2006 il ritorno di Lucia Poli a Firenze

 




                     di Tommaso Chimenti


Lucia Poli – brividi, 2006
Lucia Poli – Buffi si nasce - Rondò di coppie, 2006


Forse i toscani non sono poi così buffi come Ugo Chiti li vuol rappresentare. Forse neanche tragicomici è il termine esatto per riassumere quella vena di tristezza malinconica che risiede nelle battute, anche le più sgangherate, dei corregionali di Dante. Il breve cursus messo in scena in “Buffi si nasce”, a Rifredi fino al 22 gennaio 2006, sceglie cinque tappe di una ipotetica via crucis della toscanità, passaggi obbligati, per entrare in contatto con la sboccata familiarità che in riva all’Arno ha sempre avuto il suo slancio e spiegamento. Due atti. Boccaccio e il “Decamerone” con Calandrino e Monna Tessa. Lui sgualcito e sbeffeggiato che crede di essere rimasto incinto della moglie, fiera guerriera del suo tempo, stoica nei patimenti. Machiavelli con Nicomaco e Sofronia di “Clizia”. Palazzeschi con Teresa e Carolina Materassi, l’episodio più riuscito con Marco Natalucci efficace e mai macchiettistico, Novelli con “Gallina vecchia”, autocitazione dello stesso Chiti con “Silvana”. Storie di perdenti, fantozziane, di piccoli omuncoli incapaci di sopravvivere al loro presente e grandi donne che del quotidiano hanno fatto la loro piccola battaglia per la salvaguardia della dignità. Uomini creduloni, avidi e impacciati, figure al maschile meschine, traditori e senza rispetto, donne devote vessate dall’ipocrisia, dalla faciloneria, dal pressappochismo, o per dirla alla Chiti “dalla coglionaggine” dei loro compagni. Splendido il capitolo delle Sorelle Materassi affacciate al loro balcone dal quale guardano passare le coppie fiorentine nello struscio della domenica. Le zitelle, che scrutano curiose e morbose la via sottostante criticando le dame e fantasticando su qualsiasi creatura di sesso maschile, denotano tutta la loro solitudine e disperato bisogno d’amore e d’affetto. L’ultimo capitolo stona leggermente con le precedenti puntate con un monologo toccante, sempre eccelsa Lucia Poli, della protagonista sul letto d’ospedale in coma, quasi un “Parla con lei” d’Almodovar, che ricorda soprusi, frustrazioni, miserie e angherie della vita coniugale. Forse era meglio “Cattivi si nasce”.

Voto 8 

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