Lucia Poli – brividi, 2006
Lucia Poli – Buffi si nasce - Rondò di coppie, 2006
Forse i toscani non sono poi così buffi
come Ugo Chiti li vuol rappresentare. Forse
neanche tragicomici è il termine esatto per riassumere quella vena di tristezza
malinconica che risiede nelle battute, anche le più sgangherate, dei
corregionali di Dante. Il breve cursus messo in scena in “Buffi si nasce”, a
Rifredi fino al 22 gennaio 2006, sceglie cinque tappe di una ipotetica
via crucis della toscanità, passaggi obbligati, per entrare in contatto con la
sboccata familiarità che in riva all’Arno ha sempre avuto il suo slancio e
spiegamento. Due atti. Boccaccio e il “Decamerone” con
Calandrino e Monna Tessa. Lui sgualcito e sbeffeggiato che
crede di essere rimasto incinto della moglie, fiera guerriera del suo tempo,
stoica nei patimenti. Machiavelli con Nicomaco e Sofronia di “Clizia”. Palazzeschi
con Teresa e Carolina Materassi, l’episodio più riuscito con Marco Natalucci efficace e mai macchiettistico,
Novelli con “Gallina vecchia”, autocitazione dello stesso Chiti
con “Silvana”. Storie di perdenti, fantozziane, di piccoli omuncoli incapaci di
sopravvivere al loro presente e grandi donne che del quotidiano hanno fatto la
loro piccola battaglia per la salvaguardia della
dignità. Uomini creduloni, avidi e impacciati, figure
al maschile meschine, traditori e senza rispetto, donne devote vessate dall’ipocrisia,
dalla faciloneria, dal pressappochismo, o per dirla alla Chiti
“dalla coglionaggine” dei loro compagni. Splendido il
capitolo delle Sorelle Materassi affacciate al loro
balcone dal quale guardano passare le coppie fiorentine nello struscio della
domenica. Le zitelle, che scrutano curiose e morbose la via
sottostante criticando le dame e fantasticando su qualsiasi creatura di sesso
maschile, denotano tutta la loro solitudine e disperato bisogno d’amore e
d’affetto. L’ultimo capitolo stona leggermente con le precedenti puntate
con un monologo toccante, sempre eccelsa Lucia Poli, della protagonista
sul letto d’ospedale in coma, quasi un “Parla con lei” d’Almodovar, che ricorda soprusi, frustrazioni, miserie e
angherie della vita coniugale. Forse era meglio “Cattivi si nasce”.
Voto
8