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  20/04/2024 - 09:28

 

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Lella Costa
Alice, una meraviglia di paese
Regia di Giorgio Gallione, musiche originali Stefano Bollani, costumi Antonio Marras, scene Paolo Bazzani, Durata: 1h 40' senza intervallo
Dal 29 novembre 2005 all’8 gennaio 2006al Teatro Grassi di Milano, da giovedì 26 a sabato 28 gennaio 2006 al Teatro Puccini di Firenze, da venerdì 3 febbraio a domenica 5 febbraio 2006 al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia

 




                     di Giovanni Ballerini


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Dopo i successi di Precise parole e Traviata, Lella Costa torna alla ribalta con un nuovo progetto, un altro percorso in cui il racconto è l’inatteso punto di partenza per suggerire temi e problemi legati all’oggi, i paradossi e le contraddizioni del vivere quotidiano. Lo dimostra il suo approccio ad Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll (ma potrebbe essere anche l’Alice nelle città di Wenders) in cui la protagonista non è solo la ragazzina abituata a convivere con i propri fantasmi. Alice per la Costa è infatti anche una donna piena di slanci e di stupori, in guerra contro le ingiustizie piccole e grandi del mondo, che ha l’humour e l’ironia di Lella Costa.
Dopo il debutto (dal 29 novembre 2005 all’8 gennaio 2006al Teatro Grassi di Milano), lo spettacolo con le musiche originali del pianista Stefano Bollani e la produzione Irma Spettacoli, va in tournée: dal 10 - 22 gennaio 2006 al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, da giovedì 26 a sabato 28 gennaio 2006 fa tappa al Teatro Puccini di Firenze, da venerdì 3 febbraio a domenica 5 febbraio 2006 al Teatro Municipale Romolo Valli per la Stagione di prosa 2005-2006 Reggio Emilia

Alice è il simbolo di qualcosa, di tante cose che hanno popolato i sogni e i viaggi di tanti esploratori contemporanei; e di tante avventure. E’ tutte noi ragazze che a ogni età e in ogni situazione ci sentiamo vagamente a disagio, o fuori posto, troppo grandi o troppo piccole o magre o grasse, comunque inadeguate – racconta l’attrice –. Alice è il nonsense, il surreale come sublime piacere del paradosso, ma anche come grimaldello per esplorare e raccontare alcuni luoghi dell’indicibile contemporaneo: per esempio il carcere, per esempio la sofferenza psichica”.

Ad accompagnare Lella Costa in questo viaggio tra reale e surreale, la brillante regia di Giorgio Gallione.

“Portare Alice in scena può voler dire intraprendere un viaggio che somiglia più ad un cavaturaccioli che ad un sentiero – dichiara il regista – inseguendo tracce che non portano da nessuna parte, con regole fatte solo di eccezioni. Così potremo scoprire che anche il nostro mondo, come quello di Carroll, è solo un gioco illusorio di ombre e luci dove si può entrare attraverso una screpolatura dell’aria, un foro della terra o un'improvvisa debolezza nella superficie di uno specchio. Alice in palcoscenico può significare allora coltivare programmaticamente il nonsenso, ma Alice è anche inseguire una specie di speranza disperata consapevoli che talvolta viviamo prigionieri dei sogni altrui e che la meraviglia di paese in cui viviamo spesso è nient'altro che un mondo odioso e sgarbato, popolato da re e regine malvagie e da ciclopi ipnotizzatori col volto a forma di monoscopio”.

Voto 7 + 

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