Intercity 20, presentazione del festival 2007
Presentazione, Rodrigo Garcia, A un certo punto ...
Recensione, Rodrigo Garcia, A un certo punto ...
Intervista a Rodrigo Garcia
Jimmy, di Marie Brassard
Alias Godot, Regia di David Ferry, 2006
La compagnia Third Angel, Presumption, 2007
Compagnie Yvette Bozsik, Miss Julie, 2007
Patricia Portela, Wasteband, 2007
Akhe, Faust in cube. 2360 Words, 2007
La nuova tonaca di Dio, Nature morte dans un fossé, di John Clifford Tri-boo e di Fausto Paravidino, 2007
Venti anni in un soffio, chiudendo, tra gli applausi, un Intercity ricordo vivace
e spumeggiante, lo dimostra anche il sempre sold out
da Milopulos e soci. Sostanza e schiuma, contenuti e piume di struzzo. Così “La
nuova tonaca di Dio” ci consegna, ma non ne aveva
certo bisogno, un Alessandro Baldinotti, che migliora
la mise en espace del ’05, davanti all’autore Jo
Clifford in avanzato stadio di cambiamento di sesso, sicuro tra le pieghe
del disagio interiore e le sfumature post adolescenziali in crisi d’identità di
genere, e la piaga della religione (cristiano cattolica) repressiva nei
confronti degli omosessuali considerati alla stregua dei reietti, emarginati,
esclusi, border line, criminali morali. Ma Baldinotti, in questo spettacolo che Intercity propone in
collaborazione con Florence
Queer Festival, tiene il filo e le redini e governa il testo, a volte
troppo sottolineante in vicende bibliche, tra Adamo ed Eva, canzoni con boa di
piume al collo e balletti con vestitino giallo da tennis (ne era
addobbato anche il lampadario centrale nel foyer). Chiosa il giro di giostra
delle piece il nuovo allestimento di “Natura morta in un fosso”, da Fausto Paravidino, ad opera di Bigel, che si
distanzia dal primo, con un meraviglioso Fausto Russo Alesi, per i sei attori
in scena, contro l’unico trasformista, e per l’uso azzeccato di pannelli
scorrevoli trasparenti da casa giapponese. In trasferta: il Teatro Studio
scandiccese scricchiola d’acciaio, il suo sintomo riconoscibile. Il “vedo e non
vedo” delle ombre e della separazione spaziale ma non
visuale crea, nel racconto noir di una classica periferia urbana d’oggi, un
cono di prospettiva, aiutato da neon a strisce ad indicare una direzione, una
strada, una mezzeria da sorpasso con vernice tratteggiata. Nella normalità
della morte c’è chi ha trovato la vittima, l’ispettore, in nero come Carlo Lucarelli, la mamma dell’uccisa
(Sandra Garuglieri), il pusher molleggiato e
tremolante (Daniele Bonaiuti), la prostituta albanese,
che ricorda “La sconosciuta” di Tornatore, per la
quale “L’’Italia è una piazzola davanti ad un Agip”
(Simona Arrighi), e il fidanzato tossico. Il quadro è
pieno, l’affresco dai colori accesi trash nel
sottobosco d’asfalto e cemento. Chi è il soggetto a rischio
e dove sta la normalità, dove i buoni e da che parte i cattivi. Ed il male è ancora catalogabile? Il poliziesco è soltanto
un pretesto letterario per scavare l’ambito sociologico, antropologico,
sessista, familiare, intimista, generazionale nel baillame
del tutti contro tutti. Ed i
vari personaggi non si sovrappongono mai, in una scrittura netta e divisa e
violenta, secca come il vento di scirocco. Non si parlano, non si toccano, non
si guardano. Perché è così che va la vita. A chiudere
trionfalmente un ventennale di Intercity con i fiocchi
sono le “Connections”:
il 23 e il 24 ottobre 2007 “Take away”, il 25 “Red sky” e “I musicisti”, il 26
“Il gusto”.
Info: 055.440852; www.teatrodellalimonaia.it.
Voto
7 +