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Ricci/Forte
Grimmless
Regia di Stefano Ricci. Con Anna Gualdo_Valentina Beotti_Andrea Pizzalis_Giuseppe Sartori_Anna Terio, movimenti Marco Angelilli, stylist Simone Valsecchi, foto si scena Daniele e Virginia Antonelli
Dal 4 al 6 febbraio 2011 al Teatro Della Limonaia di Sesto Fiorentino, dal 29 marzo al 2 aprile 2011 al Teatro India di Roma

 




                     di Giovanni Ballerini


Ricci/Forte, Macadamia Nut Brittle, 2010
Ricci/Forte, Macadamia Nut Brittle, 2011
Ricci/Forte, presentazione Grimmless, 2011
Ricci/Forte, recensione Grimmless, 2011
Ricci/Forte, Troia’s discount, 2011
Ricci/Forte, Wunderkammer Soap # 1_Didone, 2011


"Perché le nostre giornate non sono scritte dai fratelli Grimm. Non hanno lieto fine. Non ci sono fazioni manichee: buoni da una parte, cattivi dall’altra. Ci siamo noi. Fratturati. Ribaltati. Senza sconti".

I due enfant terrible della nuova scena italiana tornano alla ribalta con un muovo lavoro. La Compagnia Ricci Forte presenta “Grimmless”, uno spettacolo senza Grimm (Grimmless, appunto), che fa agire i protagonisti come figli di un vuoto, di una sparizione, di una sottrazione. Il risultato è un progetto politico sulla fantasia, come codice per analizzare il presente. Grimm è la fiaba. La favola per accezione. Fiaba come transizione infantile verso l’età adulta, come polmone d’acciaio per sopportare, da adulti, una quotidianità più affilata delle unghie di qualunque matrigna. Fiabe per nonni e nipoti, ognuno con il proprio bagaglio di desideri, aspettative e frustrazioni pronte a spiccare il volo verso una materializzazione dei bisogni. Che non sempre avviene. Lo spettacolo con la regia di Stefano Ricci vede in scena cinque giovani performer alle prese con una fatata e ammaliante foresta di segni che sanno essere allo stesso tempo ipercontemporanei e arcani.
5 giovani performer, 2 ragazzi e 3 ragazze, producono con il solo ausilio dei propri iniettori emotivi e fisici uno stimolo a sollevare gli occhi dall’asfalto che abbiamo preso come riferimento per un’esistenza senza maiuscole. Dal plastico e volatile scenario della cultura pop ai lenti giri di giostra delle tradizioni popolari che si depositano in stratificazioni inesauribili di bagagli di storie, e viceversa. Tra la vertigine e gli strepiti del discount e il sussurro persuasivo della fiaba echeggiata prima della buonanotte, ecco balenare Grimmless, nuova tappa del progetto drammaturgico e performativo dell’ensemble ricci/forte, la cui anima creativa è composta da Stefano Ricci, che firma anche la regia, e Gianni Forte. Dopo la prima nazionale del 28 gennaio presso il Teatro Il Santimbanco di Santeramo in Colle (Ba), Grimmless è dal 4 al 6 febbraio al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino e al Teatro India di Roma dal 29 marzo al 2 aprile.
L’incanto di Grimmless porta avanti il discorso immaginifico che impegna Ricci/Forte sul fronte del cortocircuito tra suggestioni letterarie e linguaggi del presente: dopo le riscritture dei classici (Ovidio con metamorpHotel, Christopher Marlowe con wunderkammer soap, Virgilio con troia’s discount, Ludovico Ariosto con 100% furioso, Aristofane con Ploutos, William Shakespeare con Troilo vs cressida presentato nell’ultima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto) e remix della contemporaneità (Dennis Cooper con Macadamia nut brittle, Harold Pinter con Pinter’s anatomy e un prossimo progetto su Chuck Palahniuk, Imitationofdeath), la grammatica pirotecnica del gruppo si confronta in questa nuova prova con l’affascinate e combustibile materia prima delle fiabe dei fratelli Grimm, caposaldo della letteratura per l’infanzia, fucina di narrazioni archetipiche prima di qualunque edulcoramento disneyano.
“Fiaba come transizione infantile verso l’età adulta. Fiaba come polmone d’acciaio per sopportare, da adulti, una quotidianità più affilata delle unghie di qualunque matrigna. Fiabe per nonni e nipoti, ognuno con il proprio bagaglio di desideri, aspettative e frustrazioni pronte a spiccare il volo verso una materializzazione dei bisogni. Che non sempre avviene. Perché le nostre giornate non sono scritte dai fratelli Grimm. Non hanno lieto fine. Non ci sono artifici abusati e fazioni manichee: buoni da una parte, cattivi dall’altra. Ci siamo noi. Fratturati. Ribaltati. Senza sconti”.

Voto 7 + 

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