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Beppegrillo.it
Il tour 2005 di Beppe Grillo
Nello spettacolo si parla di tutto, con enormi schermi. E soprattutto il web
Al Mandela Forum di Firenze 7, 8, 9 aprile 2005

 




                     di Tommaso Chimenti


Beppe Grillo: tour 2005
Beppe Grillo: tour 2004
Beppe Grillo: tour 2001


Già dal titolo dello spettacolo 2005 di Beppe Grillo s’intuisce che la vera rivoluzione e salvezza per la nostra società democratica sia per il comico, molto riduttivo, genovese Internet e la rete virtuale.

Anche a Firenze tre giorni di tutto esaurito, 4.000 persona per serata e botteghini impazziti per l’ennesima puntata fiorentina del Grillo nazionale, sempre più profeta, Mosè e pifferaio magico, imbonitore di verità, dispensatore di consigli non rassicuranti, svelatore di trucchi, truffe ed inganni finanziari, in pratica una sorta di kit per la sopravvivenza in quest’epoca di pazzi, per dirla alla Battiato.

Sempre più arrabbiato, e conseguentemente sudato, sempre più simile fisicamente all’ultimo Maradona, per stomaco, barba e riccioli incolti, si aggira come fiera fin dentro il suo pubblico, toccandolo, abbracciandolo, sentendolo, guardandolo negli occhi.

Emotivamente delicato e finemente umano scende dal piedistallo dell’affabulatore quando in alto sugli spalti caldi del Mandela Forum uno spettatore si sente male: show bloccato per venti minuti con lo stesso Grillo che si sincera personalmente delle condizioni dell’anziano e riprende con professionalità, concentrazione, cuore.

Ce ne sono per tutti, come sempre, sventagliate di mitra che colpiscono la Chiesa e il mediatico funerale di Karol Wojtyla “evento da rock star”, “il Papa è morto come una volta senza tubi nelle vene”, la politica, “la falsità dei capi di stato inginocchiati”, la finanza.

Stargli dietro è un’impresa, la dialettica scorre tra risate ed urla si ride sui messaggi della Protezione Civile, sulla sanità, a Sirchia devono essere fischiate le orecchie, Ranieri di Monaco, Terry Schiavo.

Va a braccio random e coglie tutti impreparati, a bocche aperte, riesce sempre a scovare il limite dell’ignoto, il punto di vista più ombroso ed ostile, la provocazione mai fine a se stessa.

E l’attacco ricomincia e colpisce Ruini “che parla come un generale dei Marines dicendo che bisogna fermare il terrorismo con ogni mezzo”, passando per Domenici, Firenze “con il complesso del benessere e della bellezza, dei parcheggi, degli urbanisti e delle rotonde”, arrivando a Veronesi “il cui istituto è finanziato da Fiat ed Eni e che quindi diagnostica che le polveri sottili del PM10 non sono dannose”.

Il Ponte sullo Stretto, vecchio cavallo di battaglia, la Parmalat, la Telecom gestita dal “Tronchetto dell’Infelicità”, al secolo Provera, i debiti della Fiat, Luca di Montezemolo, il falso in bilancio depenalizzato, Cragnotti e la Cirio, Geronzi, la banca di Roma, Cina, Bangladesh e Nigeria, Berlusconi “il portatore nano di democrazia”, Veronica Lario “la più grande attrice drammatica d’Europa”, Bruno Vespa “chi striscia non inciampa”, svela i presunti messaggi subliminali hard - porno- satanismi di alcuni cartoni animati della Disney.

Un fiume in piena esaltato ed esaltante in una cavalcata che quando tocca le corde del Pontefice si impenna e morde ancora più voracemente.

Ed ancora le Poste privatizzate, “esperimento nel mondo tentato soltanto in Argentina, Nigeria e Ghana”, Bossi “colpito soltanto a metà da Dio”, i ministri leghisti che cantano “Abbiamo un sogno nel cuore, bruciare il tricolore”, gli immancabili cinesi, lo Tsunami, Nassirya con “i Carabinieri lì per proteggere il petrolio della Eni”.

Grillo è un documentarista dell’oggi, un moderno ricercatore di viltà e bassezze, di meschinità globali e schifezze planetarie, una voce fuori dal coro, un capopopolo che urla: “Non ci serve la politica, bypassiamola, né destra né sinistra”.

Voto 8 

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