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Gogmagog
Non è quel che sembra
Nel testo di Virginio Liberti l’attore Tommaso Taddei incarna un politico e un giovane. Entrambi assassini
al Teatro Studio di Scandicci il 22 e 23 febbraio 2013, il 5 aprile 2013 al Teatro Rossini di Pontasserchio e il 12 aprile 2013 al Teatro Diego Fabbri di Forlì

 




                     di Giovanni Ballerini


L'avvincente spettacolo Quanto mi piace uccidere raddoppia in durata e in contenuti,   evolvendosi in una piece dal nuovo nome: Non è quel che sembra. La piece, scritta e diretta per Tommaso Taddei dal regista brasiliano Virginio Liberti, che con questo lavoro prosegue la collaborazione con l’estrosa compagnia toscana Gogmagog, riflette sul gesto di uccidere e le sue assurde motivazioni psicologiche, familiari e culturali.
Dopo la brillante prima elaborazione del 2010 intitolata Quanto mi piace uccidere, che è stata presentata con successo in svariati festival nazionali, lo spettacolo giunge il 22 e 23 febbraio 2013 al Teatro Studio di Scandicci a una forma compiuta della durata di un’ora, grazie a un affondo registico e un’ulteriore elaborazione drammaturgica. Lo spettacolo prosegue la tournée il 5 aprile 2013 al Teatro Rossini di Pontasserchio e il 12 aprile 2013 al Teatro Diego Fabbri di Forlì.
"Lo spettacolo dura il doppio e, rispetto a Quanto mi piace uccidere c’è una seconda parte con un altro personaggio – spiega il protagonista Tommaso Taddei  -. Oltre al politico – imprenditore della pasta, che poi si scopriva essere un killer seriale, interpreto un giovane piuttosto apatico che racconta alcuni episodi della sua vita. Ricordi di amicizia, amore per la sua fidanzata, ma si scopre un po’ alla volta che prova piacere nell’uccidere".
In realtà questo vizietto ce l’hanno entrambi i protagonista della pièce: l’onorevole Tommaso Taddei, simbolo della nuova politica italiana che ama tanto la vita quanto la morte (degli altri) e il giovane, che si materializza nella seconda parte dello spettacolo, che racconta la sua vita, spesa alla ricerca di forti emozioni per riempirne il vuoto. Una teoria di notti trascorse in cerca di compagnia, approcci in discoteca, luoghi ameni dove appartarsi con le sue “prede” e poi ricordi, storie d’amore e di profonda amicizia  che svelano a poco a poco che questo personaggio riesce a sentirsi vivo solo uccidendo.
Il risultato è una vetrina di orrori in cui l’autore e l’attore illustrano al pubblico il piacere macabro che anima i nostri mezzi di informazione e quella tipologia umana che cerca di giustificare una così grande e gratuita violenza. La piece è scritta in una lingua poetica e travolgente, e descrive in crescendo un delirio onirico e violento, spesso segnato da tratti splatter e un po’ noir, che fornisce a Taddei la possibilità di   mettersi totalmente in gioco in un’ora di “solo” da grande prova d’attore. Uno spettacolo da non perdere.

Voto 8 

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