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La Fura dels Baus
La Divina Commedia
Pitti Immagine Uomo, Classico Italia, in collaborazione con la Biennale di Valencia
19 giugno 2002, Firenze, Piazza Pitti, ore 22,30

 




                     di Giovanni Ballerini


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"Presenteremo un ritratto del singolare e affascinante universo proposto da Dante. Abbiamo sempre pensato che la Divina Commedia potesse una volta o l'altra incrociare la nostra traiettoria artistica".

Al posto del gusto charmant, la sera del 19 giugno 2002 una ventata d'energia dà il via a Firenze a Pitti Immagine Uomo. Il primo evento della nuova strategia di Classico Italia, realizzato in collaborazione con la Biennale di Valencia (la manifestazione artistica dedicata alla comunicazione tra i diversi linguaggi della cultura contemporanea.), vede infatti protagonista la Fura dels Baus, la compagnia catalana di teatro d'avanguardia, che proporrà alle 22,30 in Piazza Pitti una performance liberamente ispirata a La Divina Commedia. 50 tra attori, mimi, musicisti, acrobati, tecnici e comparse danno vita a uno spettacolo di circa 30 minuti, in cui si alternano numerosi artifici scenici di grande effetto visivo e sonoro. A sottolineare la particolarità dell'evento, l'idea di evitare per una volta l'appuntamento esclusivo. Lo spettacolo sarà infatti aperto a tutti. Un omaggio a Firenze e ai fiorentini, che in un estate culturale ancora una volta scabra di proposte da parte delle istituzioni cittadine, avranno questa e poche altre occasioni di rilievo per confrontarsi con la cultura contemporanea.

Ma torniamo a La Divina Commedia della Fura dels Baus: Inferno, Purgatorio e Paradiso sono rappresentati ciascuno da due quadri: la Caduta dell'Arcangelo e la Discesa all'Inferno ovvero I Peccati Capitali (Inferno), l'Espiazione dei Peccati e la Resurrezione dell'Anima (Purgatorio), la Lenta Ascensione al Cielo e il Paradiso (Paradiso). Nel secondo quadro dell'Inferno sette attori indossano altrettanti abiti ispirati ai sette peccati capitali. Gli abiti sono realizzati da sette fashion designer valenciani, in omaggio alla Generalitat Valenciana che, attraverso la Biennale di Valencia, collabora al progetto. Per questi sette abiti, le ventitré aziende di Classico Italia hanno realizzato i diversi accessori.

Interessante la concezione scenica dello spettacolo, che si basa su tre livelli: l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Ciascuno di questi livelli viene rappresentato, come dicevamo da due quadri: la Caduta dell'Arcangelo e la Discesa all'Inferno ovvero I Peccati Capitali (Inferno), l'Espiazione dei Peccati e la Resurrezione dell'Anima (Purgatorio), la Lenta Ascensione al Cielo e il Paradiso (Paradiso). Ma scendiamo più nei dettagli: in La Caduta dell'Arcangelo un attore della Fura, sorretto, a sessanta metri di altezza, da una grande gru, sorvola la piazza sbattendo le sue grandi ali, poi comincia a precipitare verso il basso, scomparendo dietro la facciata di Palazzo Pitti. In Discesa all'Inferno, scomparso l'Arcangelo, lungo sette attori/acrobati, che con i loro abiti rappresentano ognuno un peccato capitale, scendono la facciata del palazzo. Durante la discesa la luce si fa sempre più rossa fino a diventare infuocata. Quando gli attori toccano terra si forma una spessa nube di fumo: siamo arrivati all'Inferno. Appaiono a questo punto due enormi clessidre piene di sabbia, monito del tempo infinito che scorre. In L'Espiazione dei Peccati si parte da un Inferno simboleggiato da una ruota di sette metri di diametro. La ruota, che sale dalla strada, cioè dalla periferia dello spazio scenico, è accompagnata da forti cigolii, rumori e lampi di luce. Ed è mossa dallo sforzo di decine di persone incatenate al suo interno e fuori. L'effetto è quello di un formicaio umano. il trascorrere del tempo e il pentimento potranno rimarginare le ferite. In La Resurrezione dell'Anima le anime morte risorgono, riconquistando la loro forma corporea, mentre in La Lenta Ascensione l'anima si sublima, una volta raggiunto il corpo, sollevandosi e componendo una gigantesca ruota composta da trenta attori/acrobati.

Inizia la lenta ascensione verso il divino. L'ultima citazione è per Il Paradiso: con l'aiuto della gru i 30 attori/acrobati inscenano una spettacolare coreografia aerea che simboleggia la presa di coscienza.

Quando il balletto celeste terminerà, il cielo sarà illuminato da un grande spettacolo pirotecnico. L'essere umano ha finalmente raggiunto il Paradiso.

"Di questo straordinario poema ci ha sempre sbalordito la grande forza simbolica: la concezione circolare dell'Inferno, i paesaggi, i personaggi, il suo carattere visionario. Insieme a questa mescolanza di naturale e soprannaturale, insieme a questo caos divino e trascendente, la Fura ritiene di poter convivere al meglio. L'occhio del nostro teatro si appunterà sopra l'allucinazione dell'uomo che vive tra terra e cielo, tra Inferno, Purgatorio e Paradiso. Sarà un modo di guardare il peccato senza speranza e, insieme, il celestiale e il sublime. Con questo spettacolo vogliamo far sognare il mondo di Dante. E vogliamo farlo provocatoriamente, utilizzando quel segno di futuro immediato rappresentato dalla moda, "vetrina del peccato" in tempo reale. Far sognare Dante nella sua città natale è per la Fura un onore e un privilegio "

Voto 8 

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