Banda Osiris e Eugenio Allegri: L'Ultimo Suonatore
Banda Osiris: Roll over Beethoven, con il Quartet Humoresque
Sono nati nel 1980 a Vercelli come gruppo di musicisti - comici ambulanti (i primi spettacoli li hanno fatti in strada). Sono quindi oltre 20 anni che la Banda Osiris sperimenta uno specialissimo teatro musicale, fatto di gag, di sperimentazioni autodidatte, virtuosismi e improvvisazioni, per esplorare i lati nascosti e le contraddittorietà del mondo della musica. Il tutto con una inesauribile vena surreale, con passione autentica. Lo dimostra la freschezza dei loro CD, i loro esilaranti (ma intelligenti) spettacoli, i libri che hanno realizzato, ma anche tante trasmissioni e sigle di programmi radiofonici Rai ("Caterpillar" e "Catersport"). La penultima impresa della Banda Osiris sono le musiche per "L'imbalsamatore" di Matteo Garrone, presentato al festival del cinema di Cannes 2002, l'ultima scommessa è invece L'Ultimo Suonatore, liberamente tratto da " Tingeltangel" di Karl Valentin, lo spettacolo che la Banda Osiris propone da giovedì 20 a sabato 22 marzo 2003 al Teatro Puccini di Firenze. Lo spettacolo, per la regia di Eugenio Allegri e Banda Osiris, vede in scena, accanto a Giancarlo Macrì, Gianluigi Carlone, Roberto Carlone e Sandro Berti, Eugenio Allegri un attore che da sempre frequenta la Commedia dell'Arte ed è interprete di testi per il teatro di Alessandro Baricco, messi in scena da Gabriele Vacis.
L'inedito ensemble ha scelto di misurarsi con la comicità anarchica di Valentin Ludwig Fey (il cui nome d'arte era Karl Valentin), famoso creatore di cabaret nella Germania anni '20 e '30, apprezzato da Bertolt Brecht che lo paragonò a Charlie Chaplin. E se quella di Karl Valentin è una comicità viva, intelligente, surreale, graffiante, disarmante, a volte cattiva, demenziale, ma sempre attualissima, quella della Banda (anche in versione allargata) non è certo da meno.
Come al solito la banda trova il modo di stigmatizzare le cattive abitudini del mondo musicale (i direttori d'orchestra autoritario che adopera la sua bacchetta come uno strumento di potere. Dall'altra il disordine, la fantasia dei musicisti), facendo intravedere, con la consueta ironia un possibile ribaltamento dei ruoli. Il testo di Karl Valentin si trasforma in un canovaccio su cui si intersecano la musica della scalcagnata orchestrina del Tingeltangel, i dialoghi e i monologhi dell'autore. Il risultato è un teatro nel teatro, con una colonna sonora - protagonista, che spazia da Kurt Weill alle canzonette di 'oggi, da armonie dure e dissonanti a melodie leggere e struggenti.
Voto
7