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Don Perlimplin
Ovvero Il trionfo dell'Amore e dell'Immaginazione
Musiche di Bruno Maderna sulla ballata amorosa di Federico Garcia Lorca, regia di Francesco Torrigiani, scene e costumi di Pier Paolo Bisleri, Luci di Roberto Innocenti, Roberto Fabbriciani al flauto solista, Progetto elettroacustico e regia del suono del Centro Tempo Reale, flauto solista, Roberto Fabbriciani
Al Teatro Metastasio di Prato Sabato 15 marzo 2003

 




                     di Giovanni Ballerini


Gli strumenti musicali (un flauto e un quartetto di sassofoni) recitano, al fianco di un soprano e degli attori in scena, per un innovativo progetto di musica contemporanea e di teatro musicale di scena al Teatro Metastasio di Prato Sabato 15 marzo 2003, ore 21.

Stiamo parlando di Don Perlimplin, ovvero il trionfo dell'Amore e dell'Immaginazione, un'opera, nata per la radio, che il compositore veneziano Bruno Maderna ha realizzato nel 1961 su una deliziosa favola dialogata di Federico Garcìa Lorca. Dalla ballata amorosa, che il poeta spagnolo la scrisse nel 1931 (per il teatrino di marionette della sua casa di Granata) Maderna ha tratto un'opera moderna, un vero capolavoro della Neue Musik che dialoga amabilmente con il teatro, avvolge il palcoscenico con l'accompagnamento sinfonico e stigmatizza i ritmi attraverso la musica elettronica. Un esperimento di questo tipo non poteva essere ignorato dalla drammaturgia contemporanea: il coraggio l'ha avuto il livornese Francesco Torrigiani, che cura la regia del Don Perlimplin che è stato coprodotto dal Teatro Metastasio - Stabile della Toscana, con La Biennale di Venezia, l' Accademia Musicale Chigiana Siena e il Teatro Grande di Brescia. Le scene e costumi sono di Pier Paolo Bisleri, le luci di Roberto Innocenti, il progetto elettroacustico e la regia del suono è curato dal Centro Tempo Reale di Firenze (F. Giomi, D. Meacci, K Schwoon, A. Federici) e, accanto a Marcello Bartoli (Don Perlimplin), Marion D'Amburgo (la governante Marcolfa e speaker), Sonia Bergamasco (la bella Belisa), Valentina Banci (1° Folletto) e Filippo Todorov (2° Folletto), ci sono il Quartetto di sassofoni che interpretqno la Suocera e Roberto Fabbriciani al flauto solista nei panni di Don Perlimplin. Completa il cast l'ottimo Contempoartensemble, con Mauro Ceccanti maestro concertatore e direttore.

"La prima impressione che ho ricevuto nell'ascoltare il Don Perlimplin è stata quella che la sua messinscena sarebbe stata una bella quanto difficile scommessa: tutto quello che è stato volutamente scritto per rendere la partitura "foneticamente teatrale" doveva essere tradotto in immagine - spiega il regista Francesco Torrigiani -. Ho pensato allora che dovendo usare degli strumenti impropri rispetto all'impostazione drammaturgia originale nata per la radio, avrei dovuto usare impropriamente questi strumenti per chiarire, di fronte ad un protagonista di un'azione drammatica impersonato da un flauto, dovevo cercare un equivalente improprio in termini di immagine: non volevo uno strumentista che agisse in palcoscenico, né un mimo, un professionista del puro movimento; ho pensato allora a un attore, che però fosse impossibilitato a parlare; analogamente ho immaginato che le scene non avessero una funzione di inquadratura, seppure simbolica, ma - attraverso il loro movimento - potessero creare una sorta di racconto di immagini".

In questo lavoro, Francesco Torrigiani, in perfetta sintonia con Maderna, è riuscito con un'interessante distribuzione delle parti a sottolineare la distanza fra musica e parola, probabilmente memore di un altro capolavoro operistico, quel Capriccio di Richard Strauss, che chiuse la parabola operistica tonale del Novecento. Il risultato è la traduzione in termini scenici di una drammaturgia essenzialmente solo musicale attraverso lo strumento del racconto onirico. La serata sarà aperta da un pezzo strumentale scritto da Maderna nel 1969, la Serenata per un Satellite per sette strumenti.

Voto 8 

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