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  25/04/2024 - 17:06

 

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Motus
Alexis. Una tragedia greca
Di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò In scena Silvia Calderoni, Vladimir Aleksic, Benno Steinegger, Alexandra Sarantopoulou, foto Valentina Bianchi
Il 19 e 20 aprile 2012 ore 21 al Teatro Studio di Scandicci

 




                     di Giovanni Ballerini


E’ dal 2008 che i Motus sono sulle tracce di Antigone. Lo spettacolo Alexis.Una tragedia greca, in scena il 19 e 20 aprile 2012 ore 21 al Teatro Studio di Scandicci, è la fine di un percorso iniziato e che ha portato negli ultimi anni la compagnia emiliana all’allestimento dei tre osannati contest Let The Sunshine In, Too Late! e Iovadovia.
Reduci dal successo newyorkese riscosso dal gruppo per le repliche presentate al La Mama Theatre, tempio della sperimentazione internazionale, i Motus tornano al Teatro Studio con una produzione che rappresenta un viaggio dentro un personaggio di cui il giovane Alexis è un’ulteriore rappresentazione, un’inquietante icona postmoderna.
I Motus lo raccontano con un video che irradia i fotogrammi di una città sconciata dalla modernità, con le sue voci, i suoi racconti, la drammatica ossessiva colonna sonora dei Deus ex machina. Ce lo dicono soprattutto con il corpo, quella fisicità esaltata che dà senso alle cose, quell’essere dentro e fuori lo spettacolo, quell’essere in fin dei conti abitati dai personaggi.

"Nell’agosto 2010 siamo stati in Grecia per rintracciare testimonianze dirette sull’uccisione del quindicenne Alexandros-Andreas Grigoropoulos (Alexis), avvenuta durante il nostro primo workshop di studio sull’Antigone: un Polinice con la maglietta dei Sex Pistols - dicono i registi Enrico Casagrande e Daniela Nicolò - Questo accadimento ci ha spinto a muovere il progetto Antigone sempre più dichiaratamente sul tema delle rivolte del contemporaneo. L’episodio, per quanto sanguinoso e violento, appare quasi epifenomenico. Non certo un incidente occasionale: é la miccia che provoca un’esplosione a catena, ed è facile, anche se discutibile, accostarlo ad altre rivolte che hanno investito le metropoli europee negli ultimi anni". 

Il palco diviene luogo di una presenza corale, commovente, che agisce un testo polifonico e stratificato, dalla natura ibrida e fulminea: dialoghi, interviste, riflessioni solitarie, tentativi di traduzione dal greco, all’inglese e all’italiano, frammenti audio e video dalla rete, descrizioni di atmosfere e paesaggi, dichiarazioni politiche e testimonianze che abbiamo raccolto a Exarchia, per strada, nei centri sociali, nei caffè, fra gli artisti… “Pezzi di un mondo che cade a pezzi”… Lo spettacolo si plasma sulla straordinarietà del tempo presente attraverso domande aperte, una ricerca continua e affannata, di una relazione indispensabile fra arte e metropoli come fulcro di cambiamenti politici e sociali. La velocità di queste trasformazioni non ha cessato di cozzare contro il nostro corpo di artisti ponendoci in continua discussione rispetto al lavoro stesso. Evitando semplificazioni, abbiamo cercato di aprire uno spazio senza tempo, in cui le domande risuonino come un’eco ossessiva, in cui l’indignazione si riveli anche fuori le circostanze e dentro la complessità della storia contemporanea, in cui l’azione reagisca all’indifferenza. È una ricerca documentaria e poetica al tempo stesso, che vogliamo capace di cogliere i molteplici volti di questa Grecia, come dei moltissimi territori che ora reagiscono alla frustrazione dell’infinito presente.

Voto 8 

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