Simone Togneri, Cose da non dire
Simone Togneri, Dio del Sagittario
Un serial
killer si aggira indisturbato ed impunito per Firenze. Ma non si tratta del
Mostro, anche se più volte viene citato. Alla sua
prima prova letteraria Simone
Togneri, trentenne lucchese, ha tirato fuori dal cilindro questa intricata storia che miscela arte
e delitti, criminologia e fanatismo religioso. “Dio del
Sagittario” (Edizioni L’Età dell’Acquario, 384 pag., 19 euro) si svolge alle spalle di una Firenze preoccupata
e cupa, impaurita e ancora scossa nel dopo “Compagni di merende”, l’imminente guerra
in Afghanistan, un accenno alla tragedia di Ustica. Tracce di
Faletti,
quel tanto di splatter che non guasta. Il modus operandi
dell’omicida seriale ricorda molto la pellicola “Seven”: tre cadaveri
massacrati facendo riferimento ad iconografie classiche sul martirio di alcuni santi. Il primo ucciso a colpi
di frecce come il San
Sebastiano del Mantegna, il secondo arrostito
sulla graticola come San Lorenzo, il terzo scarnificato come San Bartolomeo. Ad indagare un commissario con un cognome che è tutto un programma,
Mezzanotte, asfissiato dalle telefonate notturne dell’ex moglie vendicativa, e
Simon Renoir, l’ater ego
dell’autore. Il Simon letterario è docente
all’Accademia delle Belle Arti e Togneri si è
diplomato proprio a Firenze ed evidentemente il pittore francese è un suo
modello artistico. Molti i colori sui quali si sofferma l’esordiente: l’Arno,
il cielo, i volti sono per lui incipit per altrettanti
permeanti sfumature e pastelli che affondano ora il pennello nella
realtà più viva o cruda, ora nel sogno, nel ricordo infantile, nella memoria
traumatizzata. Il rapporto tra il poliziotto Mezzanotte e il docente Renoir è comunque, volutamente o
meno, ambiguo e lascia uno spazio pruriginoso ad un possibile intreccio
omosessuale, un “Brokeback mountain” in salsa fiorentina, un duetto alla
Dolce e Gabbana dell’ordine
costituito. Tra i due anche un giornalista, che arriva prima della Polizia sul
luogo degli omicidi, che viene prima indagato e poi
arrestato (e la mente non può non andare a Mario Spezi).
Ognuno ha un passato da esorcizzare, un lato oscuro che torna a battere cassa,
a bussare insistentemente, a chiedere di pagare dazio. L’assassino si cela
dietro sette a sfondo religioso, riunioni plagianti, voodoo
ed indottrinamenti stile “Bambini di Satana” con un prete deus
ex machina (simile a Muccioli) che comanda i suoi
giovani e labili adepti.
Voto
7