Uno strano caso quello di Manfredi, autore poliedrico,
diviso tra la passione per il fumetto ( creatore di Magico Vento per Sergio Bonelli
Editore ), il cinema, la saggistica e la narrativa, onnipresente di una osmosi
creativa debordante e davvero poco riscontrabile in altri autori italiani. Magia Rossa inizialmente
esce nel 1983, riscotendo un inaspettato successo per venire ripubblicato dalla
Mondadori nel 1992, fino a trovare nuova vita ora con la Gargoyle Books.
La storia inizia nella Milano di metà anni ‘70, dove Mario Montrese,
consulente di archeologia industriale al Museo della Scienza, rimane colpito da
un articolo pubblicato su una rivista di storia da un compagno di studi,
Alberto Bellini. Vi si parla di un episodio delle repressioni operate dal generale
Beccaris nel maggio del ’98, e soprattutto delle imprese di un mago anarchico e
scapigliato, dall’apparenza folle: Tommaso Reiner. Con la
sola forza del pensiero, Reiner sembra capace di fermare a distanza i
macchinari dell’industria, o di far scoppiare i fucili dei carabinieri. Avvolto
in fumi sulfurei, Reiner compare anche nel resoconto di una serata medianica in
casa di un avvocato scettico, presenti vari scapigliati. Ce n’è abbastanza per
mettere sulle tracce del mago i due amici e Marisa, che è la donna di Mario
dopo esserlo stata di Alberto. L’indagine si colorisce di inquietanti presagi e
visioni d’incubo fino alla fine. Un
romanzo sulfureo, pieno di ispirazione coadiuvato da una capacità di
documentazione che consente all’autore di affacciarsi su un periodo storico in
particolare, disponendo uno scenario mobile, riconoscibile nel genere horror,
con zombie, possessioni e altri iconologie del caso, dando l’idea di un
immaginario esoterico fuorviante che affascina pagina per pagina. Atmosfere
inquietanti ammorbano il lettore, e come accade raramente, Manfredi riesce a
incutere paura in una escalation narrativa tenuta con mano salda e impreziosita
di una innegabile intelligenza nel depistare qualsiasi formalità accademica,
per concentrarsi nel trarre il massimo dalla tensione delle situazioni, creando
un piccolo gioiello ancora poco conosciuto dai lettori italiani. Una riscoperta
d’attuare immediatamente per scoprire che anche uno scrittore italiano può
fronteggiare un genere spesso associato alla sola letteratura di matrice
anglosassone.
Voto
8