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Dava Sobel
Longitudine. L'arte della navigazione
Milano, Rizzoli, 1996

 




                     di Duccio Magnelli


A qualcuno potrà sembrare assurdo un libro su tale argomento. Ma chi conosce le cose di mare, o anche solo chi fa della curiosità una delle sue ragioni di vita, sa che la determinazione della longitudine, cioè la distanza di un punto sulla Terra da un meridiano di riferimento, è un problema che ha sconvolto, fino al diciottesimo secolo, le menti di scienziati e navigatori, che vedevano le navi schiantarsi sugli scogli, a causa delle errate determinazioni delle loro posizioni sul mare, senza poter fare niente. Questo libro di Dava Sobel racconta la vicenda, affascinante e straordinaria, di una scoperta che ha sovvertito l'ordine mondiale e, contemporaneamente, traccia i contorni di una figura, certo John Harrison, orologiaio inglese dilettante, a cui tutta la storia della navigazione dovrebbe almeno fare un monumento. Nel 1714, il Parlamento inglese offrì una ricompensa a chi avesse scoperto un metodo sicuro per calcolare la longitudine di una nave in mezzo al mare, cioè, come detto, la sua posizione rispetto ad un punto di riferimento detto "meridiano fondamentale". Fu proprio Harrison che trovò la soluzione: bastava dotare ogni nave di un orologio che segnasse sempre l'ora di Londra, sede del meridiano di Greenwich, che era stato scelto come "punto zero". Dal confronto con l'ora locale si sarebbe potuto facilmente determinare la longitudine, senza alcun timore di errori . Il problema era trovare un orologio tanto preciso da poter segnare l'ora di Londra in qualsiasi momento in qualsiasi punto della Terra, tenedo conto del fatto che tale apparecchio avrebbe dovuto sopportare i lunghi viaggi in nave, il rollio, l'umidità, le tempeste, senza subire nessun danno. Se l'arcano è oggi di facile soluzione, allora ad Harrison occorsero quarant'anni per costruire e perfezionare un cronometro tanto perfetto ed anche per convincere i soloni dell'epoca che il suo metodo era quello giusto. Ma il suo orologio era ancora troppo grande, costoso e complesso per poter essere facilmente utilizzato. Occorsero molti anni ai suoi seguaci per poter costruire esemplari che avessero le stesse caratteristiche ma dimensioni e costi notevolmente inferiori. Oggi gli orologi di Harrison sono conservati nel museo di Greenwich, perfettamente funzionanti, ed ogni mattina sono regolarmente caricati dal curatore del museo stesso. Ma il libro della Sabel non è solo una storia di orologi. Chi deciderà di leggerlo, sono solo 150 pagine, non si troverà di fronte formule complicate ed astruse oppure barbosi pareri di storici troppo eruditi, ma un'affascinante romanzo d'avventura che, capitolo dopo capitolo, snocciola la sua vicenda, quella di una scoperta avventurosa che ha sconvolto l'arte della navigazione. La storia della longitudine, che a qualcuno potrebbe sembrare un argomento folle per un libro, dimostra che esistono vicende nascoste, del tutto sconosciute, senza le quali, probabilmente, adesso il mondo sarebbe un po' diverso.

Dava Sobel, Longitudine. L'arte della navigazione, Milano, Rizzoli, 1996

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