Bruno Casini,
1975: viaggio in Afghanistan, Catcher, 2006
Bruno Casini,
Banana Moon, Zona, 2008
Bruno Casini,
In viaggio con i Litfiba, Zona, 2008
Difficile non rimanere affascinati da “1975: viaggio in Afghanistan. Diari ed
avventure freak”, pubblicato dalla Catcher Editori. E’ un libro che si divora velocemente quello
scritto da Bruno Casini, un agile volumetto che, inchiodandolo piacevolmente
alla lettura, porta il lettore a passare in rassegna ricordi e pensieri
dell’adolescenza. A confrontare l’esperienza di viaggio e le
riflessioni dell’autore con quelle di ognuno di noi.
Il libro, che è nato quasi per caso
da un vecchio diario scritto a mano dall’autore, ricopiato e pubblicato dalla
giovane casa editrice fiorentina Catcher, racconta una storia hippy intrigante
e rappresentativa dell’epoca.
Si parla del 1975, un mucchio di anni
fa che, se si pensa a come nel frattempo è cambiato il mondo, sembrano ancora
di più. Allora uno dei modi possibili di interpretare la società (e anche di contrapporsi
alla stessa) era la filosofia freak, o meglio frikkettona. Droga, sesso e rock and roll iniziavano
a imperare, ma era più che altro lo spirito on the road
immortalato da Jack Kerouac (“Sulla
strada”, il manifesto della beat generation pubblicato nel 1950), dall’urlo di
Allen Ginsberg, dalla
psichedelica di Thimoty Leary (ma anche "Il pasto nudo" di William Burroghs e "L'odore dell'India" di Pierpaolo Pasolini)ad affascinare, a fare proseliti nella musica del
periodo e nell’immaginario collettivo. Ai viaggi lisergici molti preferivano quelli reali, magari verso mete esotiche, altri (fra
cui alcuni dei protagonisti del libro) abbinavano allegramente le due
cose. E allora via in mille direzioni, aggrappati a un
polveroso Magic Bus strapieno di sconvolti o, come si narra nel diario di Casini,
stretti stretti in una 127 Fiat. Il pregio di questo
libro è raccontare una storia su più livelli senza mai annoiare. La trama è
quella del viaggio, dicevamo, ma il racconto va avanti fra inquadrature di
paesaggi, ritratti di compagni di viaggio (e delle persone dei vari luoghi) che
mantengono il fascino del tempo che fu. E questo diario di un ragazzo di vent’anni, alla ricerca delle radici freak farà sognare chi
in quegli anni non c’era. Merito dell’autore è infatti racchiudere nella sua avventura le riflessioni di
allora, la musica, le passioni ed i colori di esperienze, miti e valori che ha
segnato una generazione. Il libro si trasforma quindi in un’occasione per
raccontare una storia italiana (e fiorentina) alla maniera di Easy rider, per ricordare i templi esotici
dell’Afghanistan, degli altri paesi attraversati dal tour, ma anche, in un
continuo flash back, anche i locali i luoghi di
aggregazione fiorentina della metà degli anni Settanta (dallo Space Electronic alla Buccia). Un
po’ maniacale, puntigliosa, sicuramente rappresentativa, la trascrizione puntuale e in
tempo reale della colonna sonora che fa da sfondo al viaggio. E fra un Claudio Rocchi, un
Alan Sorrenti agli esordi, i Pink Floyd, Jefferson Airplane, Santana, Joe Cocker, Free; Led Zeppelin John Lennon e la Plastic Ono Band e le note avvolgenti di mille
altri gruppi rock e progressive si sviluppa una storia nella storia. Quella
storia di note, di entusiasmi che allora offriva nuovi spunti agli stimoli di una cultura o controcultura giovanile che allora ci sembrava al centro del mondo. Sicuramente del nostro mondo.
Per
informazioni: Catcher Editori, Via R. Cecconi, 16/A -
50127 Firenze
info@catchereditori.it
Voto
8