"Da sempre le
librerie sono fornite di volumi che parlano dei rapporti fra uomini e donne. Ognuno ha il suo stile, ma non amo i libri che parlano con sfacciataggine di sesso. Non vorrei sembrare bacchettona, ma ci sono cose di cui si parla e altre che si fanno. E il sesso
è fra queste".
Difficile non essere d’accordo con Geppi Cucciari sul boom
(pare che solo in Italia si superino i 30 milioni di €) della letteratura chick lit, quella dei romanzi
rosa dei nostri tempi, un po’ sexy, un po’ erotici, un po’ analisi di settore,
che vanno a ruba in tutto il mondo. Ma sicuramente
l’attrice comica lanciata da Zelig (e
prossima interprete, al fianco di Carlo
Verdone dell’attesissimo film “Grande
grosso e Verdone”), non si riferiva
a “Sdraiami”, il secondo libro di Berarda
del Vecchio pubblicato dalla collana Navi della Castelvecchi editore (Il primo
era il delizioso “L'adorazione del piede”). In effetti
anche l’agile analisi sull’universo maschile della del Vecchio, pur non avendo gli
sferzanti toni ironici della simpatica
comica di Macomer, scava senza luoghi comuni e con un ottimo ritmo nell’analfabetismo
sentimentale contemporaneo. E mette alla berlina le
scuse, gli atteggiamenti, le frustrazioni, le insicurezze di più di una
generazione di maschietti, ma anche la difficoltà femminile a far girare le
cose in maniera diversa.
L’assunto è che la frase “Smettila di parlarmi, tesoro,
sdraiami” non sempre funziona, assicurano le interessate, ma almeno chiarisce
la natura del gioco.
"Io amo gli uomini.
Li amo tutti, indistintamente - sottolinea
l’autrice -. Ma quelli che adoro sono gli uomini che sanno quando metterti le mani addosso. Senza che tu glielo suggerisca, voglio dire.
Quelli che sanno riconoscere quando è il momento di chiederti il numero di telefono senza che tu stia lì a mettere in bella mostra il tuo cellulare, quelli che ti invitano a cena senza la pretesa di essere scarrozzati casa-ristorante-ristorante-casa, quelli che ad un certo punto della serata sanno cosa fare. E invece? Eccola, l’amara realtà: ragazzi fidanzati ma ancora in cerca del vero
amore che ti ammorbano i dopocena con lunghissime e pesantissime confessioni, galantuomini d’altri tempi privi di qualsiasi tipo di
iniziativa, musicisti quarantenni in tilt al primo bacio, intellettuali dal
fascino Old England dimentichi del fatto che il British Style prevede anche un
irresistibile sense of humor. No, non ci siamo. Se qualcuno è ancora in grado
di stupire la propria donna si faccia avanti, per
favore. È urgente. Davvero".
Berarda
narra con brio e un pizzico di paradosso come ha tentato di opporsi a
questo letargo amoroso, che proprio non si aspettava dopo estati adolescenziali
a Trecchina, vicino a Maratea, piene di interessanti
premesse, dopo i primi flirt scolastici. Ne viene fuori una coinvolgente
narrazione, a metà strada fra il racconto autobiografico e il saggio sul rapporto
uomo-donna oggi. Il Berarda pensiero si scatena insomma sull’endemica rarità di veri uomini, che sappiano
prendere decisioni e sulla difficoltà che hanno le donne a scovarli. L’alternativa, punteggia con ironia la
Del Vecchio è un catalogo di fidanzati assurdi, prototipi di maschio, che l’autrice
critica in maniera affettuosa, rendendo perfettamente l’idea di come
tanti rapporti non possono che non funzionare. Almeno se non
ci si dà una scrollata, se non ci si guarda allo specchio e ci si lascia
trasportare dallo stress. Altro che letteratura per pollastrelle.
Voto
7 ½