Avete presente quei film comici dove il protagonista si
trova ad uscire con due differenti ragazze in due appuntamenti diversi allo
stesso tempo, dove inevitabilmente con una scusa lascia la prima per correre
dall’altra, poi dice di andare in bagno e torna dalla seconda, poi con un
pretesto qualsiasi scompare per i pochi istanti che trascorrerà con la prima e
via dicendo, finchè non viene inevitabilmente scoperto?
Ebbene, questa situazione comica così sfruttata dovrà essere
accantonata quanto prima dagli sceneggiatori di commedie riguardanti la vita
moderna, dal momento che i protagonisti del nuovo millennio non avranno più di
questi problemi; loro appartengono alla cosiddetta “multitasking generation”.
Il termine “multitask” è stato usato per la prima volta in
ambito informatico, infatti il mezzo privilegiato di quest’ultima generazione
capace di passare con rapidità e disinvoltura da un’attività ad un’altra, è il
computer. Si può perciò dire che la rivoluzione è cominciata con le tante
finestre di windows che permettevano di svolgere più funzioni, tutte a portata
di click. Il fenomeno però ha preso veramente piede con msn, la diffusissima chat “selettiva” nel
senso che la comunicazione avviene solamente con “contatti” aggiunti
dall’utente stesso tramite indirizzo di posta elettronica.
E vedi com’è più semplice così per il protagonista del nostro film
chiacchierare contemporaneamente con due ragazze diverse, con il pc che
improvvisamente garantisce l’ubiquità.
Chiacchierare e non solo! Sentire la musica, giocare al
gioco di ruolo su internet, buttare un occhio alla televisione accesa, scrivere
sul blog e aggiungere amici a myspace. Ah, e
fare i compiti.
E’ questo il motivo per il quale i più giovani continuano a preferire msn a skype, il “telefono sul computer” che ha il
vantaggio di mostrarti la faccia dell’interlocutore, se provvisto di webcam, ma
ti costringe a dedicarti a lui solo visto che la comunicazione si svolge su
canali visivi e vocali.
Conformazione mentale differente, si diceva sul Washington Post, ma i neurofisiologi
sono più precisi: a quanto pare c'è una zona del cervello, l’area prefrontale
di Broadmann, che permette di svolgere più attività complesse
contemporaneamente, un’ area molto più utilizzata dai ragazzi d’oggi rispetto a
quelli di un decennio fa.
Messa così tutta la faccenda sembra positiva (a parte per
gli sceneggiatori più pigri che dovranno inventarsi altre gag per supplire a
quella del doppio appuntamento) invece i risvolti negativi non mancano: come
spiega una ricerca dell'Ucla, il classico procedimento
d’apprendimento sequenziale aiuta i ragazzi a incamerare più efficacemente
informazioni. Il tutto è dovuto alla parte del cervello che raccoglie e
archivia i dati, l'ippocampo, che a quanto pare in caso di apprendimento
multitasking delega la propria funzione allo striato, addetto alle azioni
ripetitive.
Così a questi ragazzi multitask si rimprovera
l’incapacità di concentrarsi, un’attenzione frammentata nonché una certa
difficoltà nell’apprendimento e di memoria. E anche qualcosa di più banale,
ovvero la pericolosità che rappresentano i loro cellulari, mp3 e palmari,
adesso non solo fattore di distrazione per i guidatori, ma anche per i pedoni.
A questo proposito il senatore dello stato di New York, Carl Kruger, ha
proposto una legge che multi i pedoni in possesso di questi aggeggi
elettronici.
Sarebbe interessante indagare, come già ha fatto il Time,
che alla generazione mutitasking qualche tempo fa aveva addirittura dedicato la copertina, a come questa nuova
capacità dei ragazzi possa influenzare le relazioni sociali; qualcosa lo si
vede già con i telefonini, terzi incomodi sempre in agguato a interrompere una
conversazione, e subito giù gli psicologi a parlare di rapporti sociali più
effimeri perché confusi e distratti dalla tecnologia.
La verità è che ancora troppo presto per trarre conclusioni
in merito a questa faccenda, ma d’altronde la gente che parte in quarta è
sempre esistita, e come si può immaginare c’è chi grida alla catastrofe
(probabilmente i figli di quelli che a inizi anni ‘60 demonizzavano la
lavastoviglie) e contrariamente chi inneggia all’evoluzione verso una specie
superiore.
Ovviamente i diretti interessati, questi ragazzi che pure spesso leggono gli X men, però
sempre facendo altre cose nel frattempo, non ci trovano proprio niente di
strano nel loro stile di vita. Anzi, davvero non capiscono cosa abbiano da
blaterare quei vecchiacci con cervello a rallentatore.
Voto
8