Internet ha bisogno delle connessioni telefoniche o di linee dedicate e queste hanno evidentemente dei costi. La scelta è quella tra pagare un servizio di alta qualità che comprenda anche la connessione, o accettare un servizio di minor livello e accollarsi il costo delle telefonate.
Insomma, per il futuro ci aspetta un web, a pagamento o gratuito?. La seconda giornata di Futurshow 3001 ha fatto il punto sull'argomento, ospitando l'incontro "Free Web - Free Software ". L'evento si è rivelato un'interessante occasione di confronto e di discussione fra chi crede nella libertà di Internet e auspica la libera circolazione del software e chi invece sostiene che il software debba essere commercializzato. Ma passiamo in rassegna gli interventi più significativi:
"Gli utenti - dice Mario Mariani, direttore Marketing di Tiscali - sono disposti a pagare i servizi a contenuti esclusivi. Noi, ad esempio, in Inghilterra abbiamo entrambe le offerte: un pacchetto che si acquista da Tiscali comprendente la connessione e un pacchetto free, dove l'utente paga solo la telefonata".
Una realtà confermata anche dal giornalista Franco Carlini, del " Secolo XIX": "Già ora vengono offerti servizi di qualità a pagamento. A questo proposito sarà necessaria una maggiore attenzione ai contenuti dei portali che non dovranno essere dei contenitori vuoti creati con il solo scopo di ottenere la quotazione in borsa". Secondo Fausto Gimondi di Virgilio "Non è un problema di costi. Le persone sono disposte a pagare cifre molto diverse per lo stesso servizio. Quello che fa la differenza è la qualità: cioè quanto saranno soddisfatti del servizio".
Secondo Vittorio Veltroni invece, la vera componente free è un'altra: "La vera libertà della rete era l'essere costituita da protocolli insensibili alle informazioni che passavano. Ora che tanta gente chiede qualità è necessario differenziare il servizio, ma questo rischia di rendere internet meno duttile".
Sempre a proposito del tema della libertà del software, il professor Roberto Di Cosmo, docente di informatica a Parigi, ha portato l'esempio di Linux, sistema operativo non a pagamento e che permette la visione del codice sorgente (ossia il programma vero e proprio). "Proprio per tale motivo Linux - sottolinea Di Cosmo - può essere modificato secondo le proprie esigenze. Inoltre è distribuito gratuitamente". Sull'altro lato della palizzata c'è Fabio Falsea, di Microsoft, secondo il quale "Bisogna lasciare a ognuno la libertà di scegliere ciò che vuole e quindi è necessaria un'offerta che comprenda anche programmi a pagamento".
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7