Firenze. Un cluster digitale integrato e aperto con tante grandi e piccole netcity all'avanguardia.
Oggi la Toscana può diventare un esempio nazionale di un progetto integrato di successo, nel mondo delle telecomunicazioni e dell'high tech, che abbini le imprese private ai partner tecnologici, alle istituzioni e ai partner pubblici. E' questa l'Arno Valley che molti imprenditori e amministratori locali sognano? Sembrerebbe proprio di sì, sebbene ancora troppe sono le ombre per l'economista Mauro Grassi: "L'ingresso nel nuovo mondo digitale integrato è ancora troppo 'sperimentale' e non dà luogo alla necessaria diffusione nel quotidiano di applicazioni avanzate che sole possono consentire il 'salto' qualitativo di una domanda di servizi e, quindi, la spinta ad uno sviluppo innovativo sul fronte dell'offerta locale". In effetti se si pensa a realtà nordeuropee si fotografa come la realizzazione del "sogno digitale" sia ancora lontana per la nostra regione. Da un lato ci sono alcune e-company come Dada, Chl, Cdc, D-mail, Mediaclick e Tecnodiffusione, campioni di successo imprenditoriale, dall'altro amministrazioni ancora troppo lontane da una cultura digitale all'avanguardia, troppo poco integrate per un sistema digitale. Diventare un esempio a livello nazionale è possibile per Arno Valley se "con politiche innovative si potranno integrare le esperienze di successo - sentenzia Enrico Bocci di Assindustria Firenze - dalla Versilia a Pisa, all'empolese, il pratese, sino all'area vasta di Firenze". La valley tra Firenze e Pisa oltre ad un marketplace internazionale, aperto ad investitori stranieri, ha così tutte le caratteristiche per diventare un vero e proprio esempio europeo di sviluppo del terziario innovativo. "Solo a patto però - sottolinea Bocci - che si faccia presto".
Ecco allora arrivare le prime newsletter per una e-community che vuole crescere e che pensa a forum virtuali e ai primi censimenti sulle aziende toscane. Nel 2001 Arno Valley si è confermata la terza realtà produttiva del paese anche se è apparsa meno dinamica in termini di crescita nel numero di imprese. La sfida è aperta quindi per enti pubblici e privati. E come sostiene il coordinatore toscano della American Chamber of Commerce Federico Dabizzi: " grazie alle joint venture anche società della Silicon Valley potrebbero essere più vicine".
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