Segreti e bugie
Tutto o niente
Il segreto di Vera Drake
Mike
Leigh torna a focalizzarsi sul suo soggetto privilegiato di riferimento, ovvero
le schegge di vita familiare già impeccabilmente tratteggiate in Segreti e
bugie ed in Tutto
o niente: a differenza del passato, però, stavolta alla calibratissima
fotografia socioculturale si unisce un’altrettanto ineccepibile ricostruzione
degli anni Cinquanta, in un’ambientazione più che altro giocata sulla piccola
borghesia con occasionali incursioni contrastive nei ceti più abbienti. La
protagonista si chiama Vera
Drake, è una volenterosa ultracinquantenne che tira avanti come
collaboratrice domestica di signore altoborghesi, si occupa con affetto del
marito Stan e dei due figli Ethel e Syd, non manca mai di dispensare il proprio
aiuto a parenti, amici ed anche semplici conoscenti oppressi dalla malattia,
dal bisogno o dalla solitudine. E il venerdì pomeriggio la signora Drake, ormai
da anni, suole prestare assistenza a giovani donne in difficoltà, garbata
perifrasi che equivale a procurare gratuitamente interruzioni di gravidanza a
chi non può permettersi il peso e la responsabilità di una nascita
indesiderata. Vera Drake non ha mai tratto un penny dalla sua attività
clandestina – al contrario dell’amica che da anni la mette in contatto con le
sfortunate bisognose del suo intervento –, e dal suo volontariato sui
generis ha sempre tenuto all’oscuro la sua famiglia, almeno fino a quando
l’ultima paziente della serie finisce all’ospedale innescando l’indagine delle
forze dell’ordine. Come accade in Segreti e bugie, la
verità fa male e spesso viene alla luce nei momenti meno indicati, come per
l’appunto l’attesa riunione prenatalizia in cui il Signor Drake intende
rivelare la bella notizia dell’insperato matrimonio della figlia Ethel al
fratello, e quest’ultimo l’attesa e sospirata gravidanza della moglie Joyce ai
parenti. Subito dopo gli auguri di rito e lo scambio di felici novità alla
porta di casa Drake bussa la polizia, che arresta Vera senza spiegarne il
motivo ai familiari: la donna confesserà con commosso turbamento il suo crimine
perpetrato per eccesso di generosità e dovrà rassegnarsi a passare in prigione
i trenta mesi accordati con dimostrativa inclemenza. Contrariamente alle
apparenze Il segreto di Vera Drake,
premiato con il Leone d’Oro all’edizione 2004 del Festival di Venezia, lascia
sospeso il giudizio sulla liceità dell’interruzione di gravidanza: Mike Leigh
preferisce infatti concentrarsi sul lato oscuro della coscienza antiabortista
nell’Inghilterra del Dopoguerra, dove procurarsi un aborto clinicamente sicuro
(e senza apparire) era consentito soltanto ai più ricchi. Anche per questo lo
spettatore si troverà lacerato di fronte al caso
umano, prima che morale, della volenterosa protagonista, sinceramente
innocente nell’ingenuità della sua colpa. Ma rimane fortemente stridente l’anno
di promulgazione della norma che impedisce l’aborto nel Regno Unito, risalente
al 1861 e già vecchia di quasi un secolo rispetto al tempo dell’azione: che
Leigh abbia voluto ripetercela ad libitum per suggerirci come in
siffatti ambiti le leggi non possano prescindere dallo stretto rapporto con
l’attualità?
Il segreto di Vera Drake - Vera Drake, regia di Mike Leigh, con Imelda Staunton, Phil Davis, Peter Wight; drammatico; Gran Bretagna; 2004; C.; dur. 2h e 5'
Voto
7/8
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