Terminator 3 - Le macchine ribelli
Regia di Jonathan Mostow
Cast: Arnold Schwarzenegger, Nick Stahl, Claire Danes, Kristanna Loken; fantastico/azione; Usa; 2003; C.
Torna l'inossidabile Schwarzy
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U571
Terminator 3 - Le macchine ribelli
Il mondo dei replicanti
Il
primo Terminator, firmato da James Cameron nel 1984 nella doppia veste
di regista e co-sceneggiatore (con l’ex moglie Gale Anne Hurd), è diventato una
pellicola cyberpunk di culto – e come tutti i cult movies non
realizzò una performance rilevante al box office –, mentre Terminator
2 - Il giorno del giudizio, il sequel del 1991 diretto ancora da
Cameron, è stato il seguito più spettacolare ed innovativo che si potesse
immaginare (memorabile l’invenzione del robot in metallo liquido). In Terminator 3 - Le macchine ribelli Cameron
ha lasciato il suo posto in cabina di regia a Jonathan Mostow, che si è
confermato un buon professionista di pellicole d’azione, rinfrescando con
abilità la ricetta vincente della saga, ovvero l’inossidabile Schwarzy, una variazione
sul tema del nemico, grande ritmo, effetti speciali a profusione: l’efficacia
di Terminator 3 è affidata alla
perfetta amalgama di questi ingredienti filmici, assicurata da un sontuoso budget
di 140 milioni di dollari. Il terzo episodio riannoda i fili lasciati in
sospeso nella puntata precedente, in cui sembrava che il giorno del giudizio
termonucleare lanciato da Skynet contro l’umanità fosse stato scongiurato. Il
bambino di allora, John Connor, futuro leader dei ribelli umani contro il
dominio delle macchine, è un giovane irrequieto che non ha mai smesso di vedere
nubi oscure all’orizzonte, che ha cancellato ogni traccia anagrafica da cui
risalire a lui, senza casa né amici, continuamente in movimento da un punto
all’altro degli States senza una logica apparente. Ma dal nulla riappare
l’ormai fatidica bolla spazio-temporale da cui emerge una sorta di
“Terminatrix”, una cyborg in metallo liquido con le splendide sembianze di una
modella nordica, la più letale e sofisticata macchina di morte elaborata da Skynet
nel futuro: la sua direttiva primaria, in mancanza di informazioni dirette
relative a John Connor, è uccidere uno ad uno i suoi principali amici ed
alleati. Secondo copione un’altra bolla spazio-temporale riporterà nel passato
anche un antiquato modello del primo Terminator,
catturato e riprogrammato dall’umanità ribelle per proteggere il giovane John
Connor. Ben presto le strade dei due cyborgs s’incroceranno, come pure
torneranno ad incrociarsi le vite di John e Kate, un tempo compagni di classe e
un domani destinati a diventare marito e moglie: permane la speranza di salvare
il mondo dall’apocalisse nucleare, ma restano soltanto tre ore per azzardare un
tentativo Terminator 3 è costruito secondo la stessa logica di fuga dei
primi due episodi, semmai ancora più pressante e priva pause rispetto al
passato. Schwarzy
continua ad essere perfetto nel ruolo della macchina assassina, cui riesce a
donare un’involontaria simpatia che contrappunta tutta la storia: peraltro,
come una macchina, l’attore di origine austriaca sembra non invecchiare, dato
che a cinquantasei anni suonati si è potuto permettere di indossare il
giubbotto di pelle del secondo episodio perché dal 1991 ad oggi ha conservato
lo stesso peso-forma. Un sequel
che niente toglie né aggiunge alla saga, ma risulta nel complesso un
intrigante prodotto d’intrattenimento.
Terminator 3 - Le macchine ribelli (Terminator 3 - Rise of the machines), regia di Jonathan Mostow, con Arnold Schwarzenegger, Nick Stahl, Claire Danes, Kristanna Loken; fantastico/azione; Usa; 2003; C.; dur. 1h e 41'
Voto
6/7
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