The Sixth Sense - IL Sesto Senso
Unbreakable - Il Predestinato
Signs
L'ultimo dominatore dell'aria
Si parte dai misteriosi
cerchi di grano, in Pennsylvania, anziché nel sud della Gran Bretagna. Lì,
in una casa isolata nell’immensità dei campi, vive Graham Hess (Mel Gibson), pastore episcopale
che, dopo essere rimasto vedovo, ha perduto la fede, con due figli e il
fratello minore Merrill (Joaquin Phoenix). Dopo l’iniziale scetticismo, devono tutti
rendersi conto che il fenomeno cela qualcosa di soprannaturale.
Citando a man bassa La guerra dei mondi
e tutto l’immaginario cinematografico sugli extraterrestri a venire (da
Incontri ravvicinati del terzo tipo, fino a Independence
Day, con i dischi volanti minacciosamente sospesi sopra le città), M. Night
Shyamalan – autore anche della sceneggiatura, co-produttore e interprete del
ruolo dell’involontario assassino della moglie di Graham - prende subito le
distanze dalla materia narrativa per concentrarsi sui grandi temi che toccano
l’essere umano, mediante le opposizioni vita/morte, paura/fede, coincidenze/predestinazione.
Il regista
di The Sixth Sense,
che aveva saputo coniugare nel suo primo film un interesse reale, psicologico
nei confronti dei fenomeni paranormali, con le atmosfere del thriller e che aveva
quindi concesso ampio spazio all’identificazione con i personaggi e alla verosimiglianza
della vicenda, qui non sembra altrettanto coinvolto dall’argomento e mostra anzi
un atteggiamento un po’ snob, di chi vuole essere considerato prima di tutto
“autore”: per cui il “timbro” del film
appare spesso ironico (nonostante la musica di James Newton Howard ripercorra
brividi hitchcockiani), pervaso da uno scetticismo persino troppo scoperto, che
si esprime, ad esempio, in varie scenette peraltro divertenti tra Mel Gibson e i propri figli,
galvanizzati dal tanto atteso incontro ravvicinato con gli UFO.
Se Unbreakable,
che percorreva un cammino simile agli altri due film del regista indiano – dai fenomeni
paranormali alla condizione esistenziale di individui concreti – era sembrato a
molti sostanzialmente inconcludente, non riuscito, Signs rivela
invece, per la prima volta, una scollatura troppo evidente tra il tessuto
narrativo e il messaggio che appare sbandierato in prima linea e risulta
dunque inefficace o quantomeno banale (decisamente deludente e riduttivo, ad
esempio, tutto l’intreccio narrativo volto a consacrare l’importanza di credere
nelle coincidenze, che equivarrebbe al “credere” tout court: in Dio,
negli UFO, etc.).
Ciò nonostante il talento registico e visivo di Shyamalan
è fuori discussione. Mel Gibson,
invece, è assolutamente fuori parte.
Signs, Regia di M. Night Shyamalan. Cast: Mel Gibson, Joaquin Phoenix, Cherry Jones, Rory Culkin. Usa, 2002, C, 106'.
Voto
6