Shrek
Shrek 2
Shrek Terzo
Shrek e vissero felici e contenti
Nell’ormai lontano 2001
l’approdo sul grande schermo della prima avventura dell’irresistibile orco verde della DreamWorks
fece scalpore per l’uso innovativo della computer
grafica in una pellicola d’animazione e soprattutto per la corrosiva scelta
narrativa di un protagonista solitamente ‘cattivo’ usato per scardinare con
irresistibile ironia il genere della fiaba. Nell’episodio apripista il
buon Shrek aveva salvato una
bella principessa da un drago, innamorandosene per poi (giocoforza) conoscere i
reali suoceri del regno incantato di Molto Molto
Lontano nel secondo e
quindi trovare un degno erede al trono (e fare i conti con l’ansia da
paternità) nel terzo.
Nel quarto arriva pure l’immancabile 3-D
che negli ultimi tempi sembra diventato un’opzione
obbligatoria per ogni cartoon di
grido e Shrek dovrà fare i conti con la stagnante
apatia del ménage familiare: ormai il nostro eroe infatti non riesce più
a spaventare come un tempo gli abitanti del vicino villaggio con il suo
ruggito, ma è diventato il tranquillo padre di tre deliziosi archetti,
socialmente accettato da tutti ma costretto ad una vita ripetitiva e (troppo)
poco eccitante. Non può nemmeno più godersi un sano bagno di fango senza che
qualche amico o conoscente lo disturbi con una visita inaspettata: la sua vita,
insomma, si è trasformata in una sorta di fiaba a lieto fine
dove tutti vivono felici e contenti, tranne lui, che è davvero tediato a morte
dalla situazione. Un giorno in particolare Shrek
sente di non poter resistere oltre, così, per superare la nostalgia dei bei
tempi andati e sentirsi nuovamente un vero orco, l’orco
stringe un patto scellerato con il diabolico Tremotino,
che gli promette di fargli rivivere le emozioni della sua vecchia vita in
cambio di un giorno scelto a caso (ma mica tanto) dal suo passato. Ovviamente è
un inganno e il povero Shrek, invece di ritrovarsi ad
evitare forconi (anziché autografarli), si ritroverà
in un vero incubo, una sorta di oscura versione di
Molto Molto Lontano in cui non è mai nato, non ha mai
incontrato la sua Fiona (e quindi non è mai diventato
padre), che è divenuta l’energica leader della resistenza al tiranno Tremotino, che ha preso il potere nel regno e ne ha bandito
gli orchi. Il verde protagonista dovrà dunque darsi molto da fare per rimettere
a posto le cose, salvare i suoi amici, deporre Tremotino,
riconquistare il suo unico vero amore e riprendersi la
vita perduta. Shrek
e vissero felici e contenti nel
complesso non delude le attese, e non c’è da sorprendersene dato che Shrek nasce come personaggio letterario e seriale: la
quarta avventura della saga propone una sorta di what if… divertente
e dotato di un discreto ritmo, anche se la verve dei personaggi alla
lunga non risulta dinamica come nelle puntate precedenti (le prime due in
particolare). Insomma, in ossequio al particolare taglio
narrativo della storia, l’usura del tempo che passa comincia a farsi sentire e
l’afflato ‘fiabescamente’ scorretto di Shrek non morde più come una volta. Per fortuna
trattasi dell’ultima tappa della tetralogia… Comunque
da vedere.
Shrek e vissero felici e contenti - Shrek Forever After, regia di Mike Mitchell; animazione; U.S.A.; 2010; dur. 93’
Voto
7-
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