Shine
Cuori in Atlantide
Sapori e dissapori
La prima volta che ho visto Fantasia di Walt Disney la mia età si
componeva di una sola cifra e i ricordi relativi a quel film si riferivano a
qualche fotogramma di Topolino vestito da mago ed ad alcuni ippopotami in
tutù.
Purtroppo, ho rivisto Fantasia in età più matura e da quel
giorno non posso più ascoltare la Pastorale di Beethoven senza che mi passino
davanti agli occhi piccoli fauni e giovani centauri che zampettano
allegramente in un praticello stile
Mulino Bianco.
Il coniugare una pellicola con opere di musica sinfonica è un
operazione rischiosa
(fallimentare nel caso delle pubblicità) ma che in Shine raggiunge il
successo.
Il terzo concerto per pianoforte e orchestra di Sergeij Rachmaninov il Rach Tre come viene
affettuosamente chiamato dagli attori di Shine, è il vero
protagonista del film. Un protagonista che ricorda molto da vicino il Marlon
Brando di Apocalyse Now il Colonello Kurtz: che in un film di circa tre
ore compare appena per una ventina di minuti.
Anche qui come il Kurtz del film di Coppola il Rach Tre compare solo per
pochi minuti in quella che è una delle sequenze più intense
del film; ma la sua presenza aleggia come un ombra per tutta la durata della
pellicola.
E’ lo scoglio sul quale si infrange la fragile pische del giovane David, ma
è anche la sua nemesi e la sua catarsi.
Per lui rappresenta una sorta di discesa all’Inferno seguita da una faticosa
rinascita che lo porterà a tagliare definitivamente il cordone
ombelicale che lo lega ad un padre opprimente.
L’impervio percorso però lascerà tracce indelebili in lui che
non potranno essere cancellate dalla lunga degenza in una casa di riposo.
Eppure, nonostante tutto, il personaggio riesce a trasmettere costantemente
allo spettatore una gioia di vivere, un affetto verso il prossimo ed una
fiducia nell’amore.
Amore visto come generosità, abbracci, baci e carezze da dispensare a
chiunque venga incrociato lungo il cammino.
Un ulteriore chiave di lettura potrebbe essere questa: la ricerca da parte
del pianista di figure sia maschili sia femminili con le quali sostituire i
genitori.
Il regista dedica infatti particolare attenzione ai personaggi di contorno:
a quei padri adottivi che David
incontra durante la sua vita (ovvero i suoi maestri di musica) e alle donne
che lo aiutano a risalire nel baratro nel quale è sprofondato.
Invece per colmare un parziale vuoto materno causato da una donna succube
del coniuge ed incapace di difendere il figlio, il giovane David trova un
affettuosa e benestante signora fondatrice dell’Associazione Amici
dell’Urss, mentre il David adulto continuerà a ricercare attraverso
i seni delle altre donne questo contatto ancestrale.
Un ultima nota per l’attore Mueller Stalz, l’oppressivo padre di David che
nel film Music Box recitava la parte di un aguzzino nazista mimetizzato
negli Stati Uniti. Che ci abbia preso gusto ad infierire sui più deboli?
Merita qualche considerazione anche l’operazione musicale che è nata
sull’onda del successo del film. Soprattutto viste le polemiche con cui la
critica (musicale) ha accolto la serie di concerti tenuti da David Helfgott in America. Fin dal
debutto del tour, che è avvenuto alla Simphony Hall di Boston,
è stato infatti palese il diverso atteggiamento del pubblico e della
stampa specializzata. I biglietti dei trenta concerti di Helfgott negli
Stati Uniti sono andati immediatamente esauriti, nonostante le recensioni
catastrofiche dei maggiori quotidiani. L’America ha ancora voglia di
cullarsi in favole positive. E anche noi, per una volta, siamo d’accordo con
il pubblico americano.
Shine, regia di Scott Hicks, con Geoffrey Rush, Noah Taylor, Armin Müller-Stahl, Lynn Redgrave, John Gielgud; drammatico; Australia; 1996; C
Voto
7