Una delle sorprese di questa stagione è stata senza dubbio La schivata, che ha ricevuto consensi in molti festival europei. Abdellatif Kechiche, al suo secondo film da regista dopo Tutta colpa di Voltaire, si è affidato a eccellenti giovani attori, per dare vita ad una intensa realtà urbana, attraverso una lingua aggressiva e tagliente, che esprime il meticciato culturale delle banlieue. Al centro della storia c’è Krimo che è stato appena lasciato dalla sua ragazza, e invaghitosi di Lydia, compra il ruolo di Arlecchino da un suo compagno di classe per poter recitare a fianco della giovane. Purtroppo le prove della messa in scena de Il gioco dell’amore e del caso di Marivaux per la recita di fine anno, non vanno per il meglio, a causa di Krimo che non ha alcuna attitudine recitativa e al contempo Lydia non è sicura di accettare la sua proposta di uscire con lui. Qui il teatro ha un suo palcoscenico di vita, innestato tra i palazzi di periferia e la vita difficile di questi giovani di diverse etnie, dove il testo di Marivaux non è altro che una maschera che nasconde, da una parte l’inadeguatezza di Krimo di sprigionare una personale reazione, o dall’altra c’è Lydia, ragazza dal carattere forte e decisa a proseguire con passione il suo sogno, ma indecisa di prende una decisione affettiva a causa di una sentita pressione da parte degli altri che vorrebbero da lei chiarezza. Sentimenti forti e contrastati, trasmessi con l’irrequietezza di una età in cui tutto diventa confuso, sono le fasi interlocutorie di una esistenza in divenire sfumata al limite della cosiddetta linea d’ombra. Un DVD buono, nel dare visione al formato digitale delle riprese, con contrasti non troppo accessi o tendenti a riflette difetti nel riversamento. Lingue in italiano e francese con l’opzione sottotitoli; mentre gli extra presentano una intervista al regista con la sua filmografia in formato testo, a concludere una galleria fotografica e il trailer.

Voto 7