Una
storia d’amore interrazziale ai tempi dell’hip hop: Save the last dance è
fondamentalmente questo, l’ennesima riproposta sul grande schermo dell’impianto
drammatico di Romeo e
Giulietta, contaminato secondo le regole canoniche del film di matrice
sentimental-musicale, da La febbre del sabato sera a Dirty Dancing
passando per Footlose – che, mutatis mutandis, raccontano tutti
la stessa storia –. Di originale (ma non troppo) il film di Thomas Carter
presenta appunto la colonna sonora di marca hip hop e l’amore
tra due protagonisti separati dal colore della pelle. La storia prende avvio con
un evento traumatico: Sara, tipica ragazza di provincia, vive in una cittadina
dell’Illinois con la madre e sogna di iscriversi alla prestigiosa Julliard
School e diventare ballerina classica. Il programma s’infrange per l’improvvisa
morte della genitrice, che costringe la ragazza a trasferirsi a Chicago, in
casa di un padre musicista che praticamente non conosce. Oltre alle difficoltà
d’adattamento alla nuova situazione familiare, Sara fatica ad integrarsi nel
suo nuovo liceo, una scuola frequentata quasi esclusivamente da studenti di
colore: per fortuna trova Derek, un ragazzo di colore dei sobborghi, molto
dotato e fortemente deciso a diventare medico. I due in breve stringono un
forte rapporto d’amicizia, basato sulla passione per la danza hip hop, di cui
Derek è un vero maestro: le tante ore di prova sono il logico preludio
all’inizio di una relazione amorosa, subito contrastata dai compagni, in
particolare da Malakai, il migliore amico del protagonista, ben intenzionato a
condurlo sulla cattiva strada. Ovviamente non succederà niente di tutto questo
perché gli stereotipi di genere – che Save the last dance rispetta
in blocco – richiedono un happy ending d’obbligo in cui l’amore (ed i
sogni) di Sara e Derek trionfano a ritmo di hip hop. Nonostante il
corposo retrogusto di dejà vu, il film
si fa vedere, anche grazie alla colonna sonora allestita per l’occasione da
Mark Isham: lungo un copione ricco di luoghi comuni e battute retoriche e
scontate, si arriva dunque al (classico) apogeo finale, lo spettacolo in cui
Sara conquista l’accesso alla Julliard coniugando danza classica ed hip hop.
Save the last dance, regia di Thomas Carter, con Julia Stiles, Sean Patrick Thomas, Terry Kinney, Fredro Starr; commedia/musicale; Usa; 2001; C.; dur. 1h e 52'
Voto
6+
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