osa possono avere in comune un pastore prostestante che viaggia in Maserati, una fornaia con un handycap psicomotorio, un maitre impotente, una parrucchiera con una madre alcolizzata ed un cameriere perennemente struffellato e scorbutico ? Vivono tutti nella stessa cittadina danese, sono single e, per motivi diversi, frequentano un corso serale d'italiano.
"Italiensk for begyndere" (Italiano per principianti) , il terzo film della quarantunenne regista e sceneggiatirce danese Lone Scherfing è la vera sorpresa tra i films in concorso al Festival del Cinema di Berlino.
Alle ovazioni del pubblico hanno fatto seguito le lodi unanimi della critica, che inaspettatamente catapultano "Italiensk for begyndere" tra i favoriti per la corsa all'Orso d'Oro.
Definizioni come "risposta europea a Hollywood" e "la Danimarca è la grande potenza del cinema europeo" vanno anche al di là delle intenzioni del film, che si presenta modesto ed un po' sdrucito, come i suoi, spesso impacciati, protagonisti, ma che convince e commuove per la sua geniale semplicità e freschezza. Un bistrot ai bordi d'un campo di calcio, ancora memore di una fugace apparizione della Juve nel '73, il retrobottega di un forno, l' antiquato negozio della parrucchiera, tristi bilocali, l'ospedale, la chiesa del paese e, naturalmente, l' aula (squalliduccia anch'essa) dove si tiene il corso serale d'italiano, sono i luoghi dove si sviluppano le avventure tragicomiche dei sei personaggi in cerca d'amore e dove si incrociano i loro destini, fino a confluire in un autoironico happy end veneziano.
La regista danese ha girato una pellicola povera di esterni, attenendosi fedelmente agli spartani canoni del DOGMA 95.
Il provocatorio decalogo formulato nel 1995 da Lars von Trier e ribattezzato "voto di castità" impone tra l'altro l'assenza di una colonna sonora, illuminazione rigorosamente naturale, la mancanza di scene "d'azione" e soprattutto l'uso esclusivo della handycam.
Sulla validità estetica dei canoni del DOGMA i pareri sono ferocemente discordi. Ma al di lá di tutto questo, il "casto" film della Scherfing (oltretutto la prima donna a dirigere un film DOGMA) ci ha dato una chiara conferma che anche con risorse - volutamente o no - limitate si possono realizzare grandi films.
Ed anche grazie ad una prova magistrale degli attori, molto credibili nel loro italiano da principianti, la Scherfing ci mostra come la descrizione dell' autenticità del quotidiano passi per tutt'altra strada di quella battuta dalla reality-tv, che sulle reti di mezzo mondo si fa paladina di esibizionisti e cretini.
Forse anche per questo il film è subito divenuto il beniamino di pubblico e critica. Interessante sarà vedere la reazione del pubblico italiano (la pellicola è stata comprata dall'Istituto Luce).
L'accoglienza riservata a Italiensk for Begyndere contrasta significativamente, con l'infelice apertura ufficiale del festival, che ha visto protagonista negativo il più dispendioso film mai realizzato in Europa, Duell - Enemy at the Gates.
La produzione franco-tedesca, costata quasi 180 miliardi, è stata fischiata dal pubblico.
Al film di Ridley Scott, tecnicamente perfetto, manca assolutamente la tensione dell'illustre predecessore. Le raffinate efferatezze di Hannibal, che pasteggia a Chianti Classico e cita Dante a profusione, hanno solo avuto l'effetto di scatenare l'inevitabile polemica su cinema, violenza e divieto ai minori.
Come da copione, Traffic ha ricevuto un coro di elogi, e dopo i due Golden Globe la pellicola di Steven Soderbergh appare vicina alla conquista dell'Orso d'Oro. Ugualmente osannata Juliette Binoche, maliziosa cioccolataia nel film di Lase Halströms: Chocolat. Se il fim è parso - anche dato l'argomento - un po' stucchevole, la performance dell'attrice francese dovrebbe candidarla all'Orso d'Argento, quale migliore interprete femminile.
Tra cinque giorni ne sapremo di più.