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  26/04/2024 - 18:50

 

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L'uomo del treno
Regia di Patrice Leconte
Cast: Jean Rochefort, Johnny Hallyday, Jean-François Stevenin; drammatico; Francia; 2002; C.
Quando Leconte incontra Johnny Hallyday

 




                     di Paolo Boschi


L'insolito caso di Mr. Hire
L'uomo del treno
Confidenze troppo intime


In ossequio al titolo l’ultimo film di Patrice Leconte si apre con l’arrivo di un ombroso sconosciuto nella stazione deserta di una sonnolenta cittadina del dipartimento di Ardeche, nel Sud della Francia. L’uomo, il taciturno Milan, è un professionista del furto approdato in città per rapinare una banca locale, apparentemente priva di grandi misure di sicurezza: appena sceso dal treno, acquistando un’aspirina in farmacia, Milan conosce casualmente Manesquier, un professore di francese in pensione e, visto che l’unico albergo della città ha chiuso i battenti per mancanza di avventori, ne accetta ruvidamente l’ospitalità. Nei tre giorni che precedono la rapina, tra Milan e Manesquier si sviluppa una strana forma d’amicizia per contrasto, rafforzata dal fatto che entrambi sono davanti ad un crocevia esistenziale da cui ignorano se faranno ritorno: l’avventuriero ha infatti in programma un ultimo colpo per uscire dal giro proprio mentre Manesquier dovrà andare sotto i ferri per sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico al cuore. La vicinanza stempera i rispettivi caratteri ed evoca ad entrambi un desiderio di condivisione di gesti quotidiani rispettivamente estranei: come Manesquier vuole provare l’ebbrezza di sparare con un revolver, così Milan aspira a calarsi nelle pantofole dell’ex insegnante, quelle pantofole che non ha mai indossato in una vita errabonda ormai avvertita come opprimente e che, allo stesso tempo, rappresenta un’incredibile attrattiva per uno come Manesquier, che come l’Ariosto ha viaggiato con la fantasia, senza mai muoversi di un passo dalla fatiscente magione di famiglia e da un destino prefissato. La trama de L’uomo del treno, è di una semplicità assoluta, tutta giocata sul contrasto recitativo tra i due bravissimi protagonisti, il solito Jean Rochefort ed un sorprendente Johnny Hallyday in un ruolo concepito su misura per lui. Per raccontare questa storia d’amicizia virile Leconte ha fatto ricorso a vari espedienti stilistici, sia in fase di sceneggiatura (gli impenetrabili silenzi di Milan opposti alla simpatica logorrea di Manesquier), sia dal punto di vista cromatico (i due personaggi sono distinti dai diversi colori della fotografia) che musicale (Manesquier contrappuntato da Schubert, Milan dagli arpeggi di Ry Cooder). Tra i tanti impagabili duetti dei due protagonisti corre l’obbligo di segnalare un personaggio tanto assurdo da sembrare fantastico come l’autista del colpo cui Milan dovrà prender parte, un tacito essere che ogni giorno dice una sola frase alle dieci di mattina in punto, talmente preciso che da regolarci l’orologio: prima ci pensa, e dopo si riposa. L’uomo del treno racconta l’amicizia teoricamente impossibile tra due adulti che hanno vissuto agli antipodi e che, giunti entrambi ad una svolta cruciale delle rispettive vite, riescono a capirsi anche senza parole e cominciano a riflettere sulla possibilità di un’esistenza radicalmente diversa: un impossibile scambio di ruoli, un sogno di sapore universale che, nel finale di marca onirica, troverà idealmente compimento.

L'uomo del treno - L'homme du train, regia di Patrice Leconte, con Jean Rochefort, Johnny Hallyday, Jean-François Stevenin; drammatico; Francia; 2002; C.; dur. 1h e 30'

Voto 7½ 

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