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  19/04/2024 - 17:06

 

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Giappone a marcia ridotta
Al Far East Film IV
Una selezione che non soddisfa a pieno
A parte questo, la presenza come una mina vagante di Ichi the killer del grande Takeshi Miike

 




                     di Matteo Merli


Fast East Film IV
I Pink eiga
Cinema coreano 2002
Cinema di Hong Kong 2002
Cinema Giapponese 2002
Fast East Film III


Diciamo subito che la selezione giapponese del Far East Film 2002 di Udine non ha soddisfatto. I motivi sono derivati dalla mancanza di quei titoli portanti, che avrebbero assicurato un altro spessore artistico. Film come Dark Water di Hideo Nakata e il pluripremiato Go di Yukisada Isao avrebbero ben figurato nel programma, ma c'è anche da dire che i distributori giapponesi sono alquanto imprevedibili, e danno difficilmente le loro pellicole all'estero, e non si capisce ancora il motivo…A parte questo, la presenza come una mina vagante di Ichi the killer del grande Takeshi Miike, fa piacere, perché si tratta di una pellicola straordinaria. Tirando le somme si poteva fare di più, soprattutto se paragoniamo il livello dei film giapponesi dell'anno scorso con quelli di questa edizione. Una delle prime delusioni è All about our house di Mitani koki, che segue le vicende di una giovane coppia che deve costruire la casa dei propri sogni, ma si trova a vivere un incubo quando si accentua lo scontro tra l'architetto Yanagisawa e il vecchio esperto falegname Choichiro. Una commedia di basso profilo, che non riesce mai a coinvolgere il pubblico, affidandosi ad una scrittura meccanica e prevedibile degli avvenimenti, con momenti che rasento la peggiore fiction televisiva. Davvero una commedia deludente, ed è inspiegabile come questo film sia arrivato al Far East. Opera curiosa è The Ying-Yang master di Takita Yojiro, che ci catapulta nel Giappone di mille anni fa, dove L'imperatore Heian si avvale di consiglieri politici, e dei maestri dello yin-yang, veggenti che proteggono il palazzo reale dai demoni che infestano la foresta. Il loro capo è Doson, un mago divorato dalla sete di potere, che non sopporta Abe no Seimei, il membro più dotato del gruppo. I poteri di Doson fanno in modo che il figlio dell'imperatore, venga posseduto da un demone, ma l'intervento tempestivo di Abe no Semei riesce a sconfiggere la maledizione. Il giovane Abe, si insospettisce, e con l'aiuto del valoroso Minamoto no Hiromas e del guardiano immortale Aone cerca di smascherare il colpevole che minaccia l'equilibrio dell'impero. Takita Yojiro, per la prima volta si cimenta con un film fantasy in costume, ed è tratto da l'omonimo libro che ha ottenuto un notevole successo in patria. Il regista crea una pellicola visivamente accattivante, che mescola diversi registri narrativi, che pure nelle sue pecche stilistiche, si lascia guardare e non affligge lo spettatore. Niente di imprescendibile, comunque interessante da vedere, per capire come i giapponesi siano in grado di costruire efficacemente film medi spettacolari, cosa che noi italiani siamo incapaci di fare. Invece, A Woman's work di Otani Kentaro, racconta di uno scontro familiare tra marito e moglie, con una trama risaputa, che annoia dopo venti minuti, per la sua messa in scena televisiva e piatta. Unica nota di merito la presenza del grande Tsukamoto Shinya, indimenticabile regista di Tetsuo. Non bisogna dimenticarsi degli esiti altalenanti di pellicole come Trasparenti di Motohiro Katsuyuki e Laundry di Mori Junichi. L'importante è esserci a Udine, per assaporare i diversi piatti del cinema orientale, e forse il prossimo anno dal cinema del Sol Levante spiccheranno nuove sorprese.

Voto 5 

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