Fascisti su Marte
Regia: Corrado Guzzanti , Igor Skofic
Protagonisti: il Gerarca Barbagli (Corrado Guzzanti), Santodio (Andrea Blarzino), Freghieri (Marco Marzocca), Pini (Lillo Petrolo), Fecchia (Andrea Purgatori) e il Balilla Caorso (Andrea Salerno), il bolscevico pianeta è conquistato!
Sceneggiatura Corrado Guzzanti, Italia 2006, produzione Fandango, Kipli Entertainment, durata 100’, data uscita in Italia: 27 ottobre 2006, genere: grottesco
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Ho scritto Duce sulla sabbia. “O
Marte o morte!” Grida il manipolo di valorosi uomini comandati da
un Corrado Guzzanti che un po’ fa il verso al Dux,
un po’ al padre destrorso, un po’ a Rutelli. Retorica all’ennesima potenza. Questa è satira
politica, a volte, purtroppo, ancora attuale. Se Sabina è tagliente e corrosiva, Corrado è intelligente e ammiccante, fine e
astuto. Barbagli, Fecchia, Santodio, Caorso. La conquista del Pianeta rosso comunista è un
grottesco assalto al nulla, una straziante assurda lotta contro i sassi. La
musica del Fascio passa in audio, “Allarme siam fascisti”, la voce narrante fuori campo e gli
attori, come nel cinema muto, muovono le labbra e meccanicamente avanzano tra
le sabbie e le polveri del mondo nuovo infido e ostile. I nemici, i massi o “mimimmi” o ancora “anglosassi” e
“omosassuali”, sono la popolazione locale da
soggiogare al busto-feticcio-totem del Duce in bronzo portato in vacanza-trasferta. La pellicola
granulosa e grigia opaca rende omaggio all’Istituto Luce. Il pianeta è conquistato e
rivoltato come un calzino: appaiono adesso le “Valli Alida” ed il “Crepaccio ma
non mollo”, mentre l’auto di servizio prende il nome
di Donna Rachele. Il razzo che li ha portati nello spazio invece
è il “Rappresaglia IV”: “Quattro perché gli altri tre sono caduti sulla Libia e
prima o poi ce la faranno pagare”. Carosello e cartoni animati. “Vincere e
vinceremo” urlano al vento sventolando i manganelli, “Credere, obbedire,
combattere” scrivono sulla sabbia che il vento cancella nella notte. Seguono le
parodie delle torture di Abu
Ghraib sui poveri sassi ignari, i campi di
concentramento, citando “Schindler’s List” con il piccolo masso rosso dietro il
filo spinato, le carte da gioco (Bin Laden e il mullah Omar) con le pericolose pietre impresse.
La Madonna del Manganello,
Santa Cattocomunista, indica la via. A volte pesante,
altre illuminante. Voto positivo. Siamo curiosi di
conoscere il parere di Alessandra Mussolini
e forse Fini, dopo che ha stroncato “Il mercante di pietre” di Martinelli, seguirà con interesse le vicende di Barbagli e
dei suoi uomini su Marte.
Voto
7 +
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