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  23/04/2024 - 12:03

 

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Scanner - cinema
 


La cinese
Regia: Jean-Luc Godard
Cast: Anne Wiazemsky, Jean-Pierre Léaud, Michel Semeniako, Lex de Bruijn, Juliet Berto
Francia, 1967, col, 90’, Distribuzione: Dolmen Home Video

 




                     di Matteo Merli


Fa sempre molto piacere sapere che sul mercato del home video esca un film di Godard, visto anche la scarsa presenza delle sue ultime pellicole sui nostri schermi, e il totale disinteresse delle reti nazionali nel programmare almeno saltuariamente qualche sua opera, a parte il lodevole sforzo dei combattenti cinefili di Fuori Orario. La Dolmen nel recuperare La cinese, una delle prime pellicole di Godard, ci restituisce il piacere di assaporare i tempi e i modi di fare un cinema come quello della Nouvelle Vague, indispensabile oggi per comprendere la tensione emotiva del’68. Un gruppo di giovani militanti marxisti-leninisti tenta di applicare alle proprie azioni le teorie di Mao: L’attore Guillaume decide di dedicarsi al teatro di strada, mentre la studentessa Véronique prepara un attentato al ministro sovietico in visita a Parigi. Uno dei film più noti di Godard dove utilizza alcuni procedimenti stilistici, riguardante il mettere in scena la troupe che riprende, le conversazioni all’inizio dell’inquadratura, dialoghi stranianti, con l’aggiunta di rivalutare le teorie di Ejzenstein sul montaggio. Accostando in rapporto le forme visive della cultura contemporanea ( libri, fumetti foto di celebrità ) con la realtà che dà vita a quelle forme – cioè l’attore con il corpo e la voce, ripresi in primissimo piano – per aprirsi ad un mondo che vede un senso in una politica unitaria, con un finale non conciliatorio che serve a descrivere la verità sia nelle sfumature conflittuali che nei rapporti, proprio come nel film Les Amants réguliers di Philippe Garrel. Un DVD con una soddisfacente compressione video, mentre l’audio è originale con la sola presenza dei sottotitoli in italiano. Gli extra sono all’osso, con note di produzione e la filmografia del regista e di Jean-Pierre Léaud e la interessante riflessione di Alain Jouffroy, presenti in formato testo.

Voto 8 

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