Notting Hill
L'amore fatale
Il buongiorno del mattino

Uno splendido pomeriggio nell'ariosa campagna del Sussex si trasforma casualmente in una tragedia di grande impatto visivo quando un pallone aerostatico rosso sfugge al controllo dei piloti e si trasforma in una trappola mortale per un bambino che vi è rimasto dentro. Anche la coppia londinese composta da Joe, docente e scrittore in ascesa, e Claire, scultrice di successo, si trova proiettata nella tragedia quando Joe accorre con altri soccorritori a tentare di ancorare a terra il pallone in preda delle bizze del vento, che finirà per causare la morte di uno di loro. A terra saranno proprio Joe ed il problematico Jed a ritrovare il corpo scomposto della vittima dell'incidente, un'esperienza che segnerà profondamente entrambi e convincerà il secondo che tutto questo si è fatalmente verificato per causare il loro incontro. L'amore fatale si apre con la frantumazione simbolica di un locus amoenus a cui la storia dovrà necessariamente tornare per chiudere il cerchio dei destini incrociati fatalmente entrati in collisione. Quando Joe e Claire, in procinto di convolare a nozze da ormai troppo tempo, tornano alla vita di tutti i giorni, Jed inizierà a perseguitare Joe in modalità gradualmente sempre più ossessive e minacciose, finendo per esplodere nell'immancabile tragedia finale. Il tutto mentre Joe continua a disquisire sul corrente sovraccarico di significati dell'amore (per lui mera convergenza biologica) alternandosi in dotte discussioni tra amici e lezioni accademiche ex cathedra. Dall'omonimo romanzo di Ian McEwan, che ha partecipato al progetto come produttore esecutivo, l'autore di Notting Hill ha tratto un thriller dei sentimenti in cui un blocco amoroso entra in fatale cortocircuito con un'ossessione omosessuale avviata verso la follia attraverso una corsia preferenziale. Rispetto alla fonte letteraria L'amore fatale perde ovviamente in ricchezza di dettagli - per quanto risulta cromaticamente splendida l'immagine centrale dell'incidente d'apertura - ma conserva l'impalpabile crescendo verso l'inevitabile crisi: come spesso si dice in simili casi, l'archetipo romanzesco è un'altra cosa messo a confronto con il film, ma l'attenta regia di Roger Michell e la vena degli interpreti garantiscono emozioni in serie. Da vedere.

Voto 7/8