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  25/04/2024 - 06:08

 

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Triennale di Milano
Non sono una Signora
Quando gli oggetti hanno un nome di donna
Dal 23 gennaio al 24 marzo 2002, Collezione Permanente del Design Italiano

 




                     di Giovanni Ballerini


Otto e mezzo (1963)
La città delle donne (1980)
Ginger e Fred (1985)
Intervista (1987)
La dolce vita (1960)
Federico Fellini
Marcello Mastroianni


Basta riflettere appena per scoprire che molti oggetti del design italiano hanno un nome di donna. A volte sono nomi comuni (Luisa, Fiorenza, Gaia), altre volte evocano echi mitologici (Arianna, Daphne, Elettra) o icone dello spettacolo (Gilda, Barbarella, Sabrina), altre ancora si rifanno ad appellativi che incarnano le diverse figure del femminile (Mamma, Lady, Bambole).

Dal momento che ogni nome proprio è il primo segno che conferisce identità all'oggetto o al soggetto a cui si riferisce, la mostra Non sono una Signora, organizzata da la Triennale di Milano intende interrogarsi su come i nomi interferiscano con la natura stessa degli oggetti che li portano, tanto nella fase dell'ideazione e della progettazione, quanto in quella della percezione e della ricezione.

Attraverso i nomi di donna attribuiti agli oggetti del design la produzione industriale reintroduce la dimensione del privato, dell'affettività e spesso anche del desiderio nella razionalità omologata della produzione in serie.

Al fondo, una domanda: questa strategia di nominazione è un modo di antropizzare gli oggetti o di reificare gli affetti? O, piuttosto, un modo di far transitare oggetti e affetti in una dimensione simbolica non riducibile esclusivamente né al valore d'uso né al valore di scambio?

A questa prima mostra ne seguiranno altre tre, che nel corso del 2002 indagheranno rispettivamente gli oggetti con nomi e forme zoomorfe (Animali domestici), quelli con nomi e forme geometriche (Pure geometrie), e quelli legati, nel nome, a un'idea di luogo (Geografie quotidiane). Quattro mostre per indagare sul rapporto tra le parole e le cose. Fra i nomi e gli oggetti del design. Perché i nomi fanno parte del progetto, Perché prefigurano l'oggetto, non sono solo un'etichetta accidentale. E perché spesso, dietro la scelta di un nome, si celano storie che meritano di essere indagate o ipotesi teoriche che chiedono di essere approfondite e verificate.

Molti degli oggetti esposti nelle quattro mostre fanno parte della Collezione Permanente del Design Italiano della Triennale di Milano, altri sono stati selezionati appositamente per questa occasione, ed entreranno a far parte stabilmente della Collezione stessa. L'iniziativa Le parole e le cose rientra in un progetto che punta ad esporre la Collezione con un taglio sempre nuovo, tracciando nuovi possibili percorsi di lettura nella storia del design italiano e consentendo di individuare, segnalare e acquisire nuovi oggetti che arricchiscano e consolidino il patrimonio esistente.

Non sono una Signora, Collezione permanente del design italiano, Triennale di Milano, 23 gennaio - 24 marzo 2002

Orario: 10 - 20, continuato, chiuso il lunedì, Ingresso: libero

Voto 8 

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