L’unica mostra italiana che celebra i novanta anni di Ettore Sottsass (Sottsass è nato ad
Innsbruck nel 1917) si tiene a Trieste dal 6 dicembre 2007 al 2 marzo 2008. Vorrei
sapere perché, una mostra su Ettore Sottsass
è organizzata in sette le sezioni nello spazio dell’ex
Pescheria + un omaggio nella Sala del Trono del Castello di Miramare, dove una
piccola selezione della produzione di Sottsass intesse un
dialogo con le atmosfere del passato di questa storica residenza.
“Vorrei che [questa mostra] fosse solamente solitudine e intensità”
è stata una richiesta del maestro. E Alessio Bozzer, Beatrice Mascellani e
Marco Minuz che, per conto dell’Associazione Culturale Terredarte, hanno ideato
e curato l’esposizione, cercando di trasformare in realtà la sua istanza:
“Ci proponiamo di affrontare la lettura della produzione
artistica ed intellettuale del maestro in maniera assolutamente nuova,
abbandonando l’approccio descrittivo e antologico per affrontare la produzione
di Sottsass in una maniera più diretta e profonda, coinvolgendo la sua
esperienza emozionale ed intellettuale, ponendo una forte attenzione agli stati
intellettuali che sono alla base della “ricerca di un oggetto o di una
realizzazione” .
Il titolo della mostra riconduce ad una delle riflessioni
che Sottsass ha scritto
a proposito dei templi indiani ed è una frase che può, in qualche modo,
esemplificare l’approccio alle cose del maestro: “Senza che io sappia cosa
sono, le forme di pietra hanno il senso del sacro, sacro per sempre. Vorrei
sapere perché”. E proprio questa ultima parte di frase
è stata scelta per dare nome e taglio alla grande esposizione triestina.
Le molte esperienze di Sottsass vengono
indagate nella mostra sul filo di una essenziale raccolta di opere disposte in
sette aree tematiche: disegno industriale (design), architettura, fotografia,
gioiello, disegno, ceramica ed infine vetro, le cosiddette delicatessen, come Gillo Dorfles le ha definite
dopo aver visionato il progetto. Ogni isola racchiude al suo
interno un tempio, un luogo segreto dove scoprire gli oggetti, i
disegni, le foto.
Nella selezione delle opere destinate all’esposizione sono
state attuate delle scelte radicali per focalizzare l’attenzione sulla
produzione di Sottsass che è riuscita maggiormente ed incarnare la sua
sensibilità ed evocare i riferimenti progettuali ed umani del suo lavoro.
Il visitatore viene lasciato libero di costruirsi il
proprio percorso, proprio per evitare gerarchie e classificazioni fra le
esperienze esposte, stimolandolo a scoprire come sia la medesima sostanza e
progettualità ad animare ogni creazione del maestro.
A connettere l’un l’altra le sette isole
è la voce dello stesso Sottsass
che accompagna il visitatore all’interno di ogni area, per raccontare e
spiegare di volta in volta le ragioni del suo lavoro. Con
l’obiettivo di avvicinare il più possibile il visitatore all’esperienza più
intima del maestro, quella che combacia con il suo lavoro.
Le 130 opere selezionate, provenienti tutte da collezioni
private italiane ed europee (alcuni pezzi sono esposti per la prima volta al
pubblico), non seguono un percorso cronologico per porsi invece come frammenti
atti a ricostruire quella grande magia dell’opera che
anima tutta la produzione di questo architetto/artista.
La sede della mostra, la città di Trieste, è la città in cui
ha vissuto il pittore Spazzapan, colui che negli anni
trenta a Torino, ha insegnato a Ettore Sottsass a
dipingere e a cui è rimasto sempre profondamente legato. E’una
città realmente in grado di dialogare a livello internazionale con realtà come
l’Austria, la Slovenia e la Croazia. Proprio per questo tutta la mostra sarà bilingue: italiano-inglese.
“Vorrei sapere perché. Una mostra su Ettore Sottsass”
completa il ciclo di grandi mostre che sono state dedicate negli ultimi anni al
Maestro: al MART di Rovereto, Museo di Capodimonte di Napoli, MOCA Museo d’Arte Contemporanea di Los Angeles e il Design Museum
di Londra.
Periodo 6 dicembre 2007 – 2 marzo 2008
Orario 10.00 – 19.00, chiuso il
martedì, 25 dicembre e 1 gennaio
Catalogo Electa a cura di Alessio
Bozzer, Beatrice Mascellani e Marco Minuz, con una trentina di interventi e
testimonianze.
Informazioni Associazione Culturale Terradarte tel. 040
311648
Voto
8