Elliott Erwitt è un mondo che sa trovare il sorriso.
Vorrei poter
avere una fotografia che lo ritrae.
Penso che il suo volto sia la miglior
didascalia delle sue immagini...
Smetterei immediatamente di scrivere.
Elliott Erwitt
nasce a Parigi nel 1928, di origine ebraica, passa la sua infanzia fra Francia,
Italia e America. Parigi, Los Angeles, New York, spesso ricorrono questi scenari nella sua
biografia e nei suoi scatti.
Si avvicina alla fotografia alla
"Hollywood Hight School", e presto una Laica diventa la sua inseparabile
compagna. Erwitt
usa le immagini per comunicare, non solo come rappresentazione della
realtà, e presto affina il suo linguaggio: ironico, semplice, essenziale. I
soggetti delle sue fotografie sono uomini e donne, sono
bambini, sono animali... sono la vita
mondana che spesso ha incontrato la storia... altre volte è sfuggita anche
ai ricordi.
Elliott
vedeva scorrere davanti ai suoi occhi esseri umani a volte tristi, a volte
felici, più o meno come lui... questo lo stupiva. Una filosofia semplice e
forse apparentemente banale, ma che è divenuta il fondamento della sua ineguagliabile
fotografia.
Snaps, è il
ruomore della sua macchina fotografica che ruba un istante alla realtà... è il
titolo della sua nuova raccolta di fotografie che egli stesso ha scelto,
esposte a Milano
allo Spazio Oberdan. Snaps
è quello scatto di "ragazzino" cresciuto dalla fantasia infinita. Snaps
è il sorriso di Elliott che viene trasmesso in molte delle sue immagini,
Snaps è anche quel pensiero malinconico e a tratti triste di quel
bambino che sorridendo vive la guerra (come un gioco che spera presto
finisca).
Dopo aver visto i lavori di Erwitt la voglia
di fotografare nasce in chiunque... magari stando a testa in giù e ritraendo le
gambe di qualche signora vicino al suo cagnolino che osserva perplesso.
Fotografare per il gusto di far fotografia.
La mostra di Milano,
organizzata e curata da Contrasto, è un concentrato
della sua ironia, che ha saputo attraversare il tempo e la quotidianità
diventando spesso
simbolo del nostro secolo.
Ancor di più a stupire è il
sorriso di questo grande fotografo, amico di R. Capa e H.C. Bresson (con i quali lavorava
alla Magnum Photo), che si dichiara un "dilettante" che scatta quasi per sollazzo. In questo
modo, Elliott,
ironizza sui suoi scatti nascondendo la sua grande
sapienza e fantasia e avvicinando ancor di più le immagini al pubblico. Ewritt
è forse il fotografo più ironico che la storia della fotografia conosce, che sa
far diventare semplici
scenari di vita quotidiana, delle immagini espressive, che riviste dopo
qualche tempo sembrano una parodia del passato... a volte triste, a volte
gioiosa, a volte solamente un’immagine. Il Charlie Chapling della fotografia
che nelle sue fotografie dichiara apertamente il suo
interesse verso le persone, qualsiasi esse siano, cogliendo quell'istante
che basta a rappresentarne la vita.
Ogni suo scatto è una piccola
grande storia... appaiono però così tanto lontane quelle immagini dalla realtà,
quasi risultando surreali. Snaps, sono
delle favole di vita reale. Ed è per questo che H.C. Bresson
era un suo grande ammiratore…
"...Non è tutto bianco e nero... c'è anche un po' di
GRIGIO!... Voglio che la gente reagisca alle mie foto e motivamente e non
cerebralmente!..."
Elliott Erwitt, Milano, 24/09/2002
Catalogo:
Elliott Erwitt.
Snaps. Edito da Contrasto
Per informazioni:www.contrasto.it
500 fotografie
per 540 pagine
ISBN: 88-869.82-33-X
Collezione
fotografie:
Magnum Photos Archive; E. Erwitt
Voto
8.5